Stando al Recovery plan il rilancio dell’economia si farà senza investire nel sistema dei centri urbani. Eppure è qui che la pandemia ha messo a nudo le contraddizioni sociali più acute. Più in generale è chiara l’intenzione di disarticolare ulteriormente l’intervento statale e pubblico

In questi giorni, la piaggeria verso il primo ministro Mario Draghi ha superato se stessa, con l’elogio del numero di pagine del Recovery fund inviato a Bruxelles. Ben 2.480 pagine, si è detto, a fronte delle 500 presentate nella precedente bozza del governo giallorosso. Il numero di pagine come indicatore assoluto di bontà dell’impostazione del piano. Un modo molto comodo per non misurarsi con la più macroscopica assenza contenuta nel documento approvato dal “governo dei migliori”, quello relativo al sistema città. Ci torneremo dopo. Conviene iniziare da alcune questioni di sostanza che pure non sono sfuggite ai sostenitori del nuovo governo, e cioè l’aver scardinato il Codice degli appalti, di aver ribadito che l’unico modo per fare le grandi opere è quello di tornare alla Legge obiettivo del governo Berlusconi e di aver mortificato il ruolo di tutela delle Soprintendenze di Stato. La Repubblica tutela il patrimonio artistico, recita la nostra Costituzione. Un vestito troppo stretto per gli economisti liberisti che collaborano con il premier.

Iniziamo con ordine. È noto che negli anni Ottanta il malcostume dilagò nel sistema degli appalti pubblici. Sono stati innumerevoli gli scandali e le malversazioni compiute nell’esecuzione di opere pubbliche. Nel 1994, dopo Mani pulite, l’allora ministro dei Lavori pubblici, Francesco Merloni, corse ai ripari e fece approvare una legge in grado di sconfiggere per sempre il malaffare. La legge per il suo grande rigore incontrò sin da subito forti resistenze da parte confindustriale e fu sottoposta a molte variazioni.

Ma non si era mai arrivati a pensare che – come nella bozza che è circolata per alcuni giorni – si potesse tornare ad affidare le opere indispensabili per l’ammodernamento del Paese attraverso il…


L’articolo è tratto da Left del 4-10 giugno 2021

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