Basta provare ad allungare lo sguardo: il governo Draghi è inevitabilmente un governo a termine, la futura elezione del prossimo presidente della Repubblica sancirà la fine di questa esperienza politica del “tutti dentro” e ci riporterà a nuove elezioni. La pandemia che sembrerebbe nella sua fase conclusiva spegnerà inevitabilmente anche questo tentativo di rimanere tutti uniti, tutti compatti (o almeno quasi tutti) e determinerà di nuovo il solito clima da campagna elettorale permanente che da sempre infesta la politica nostrana.
I numeri per ora parlano chiaro: la prossima maggioranza che guiderà il Paese, a meno che non accadano stratosferici ribaltoni, vedrà il centrodestra governare comodo comodo, probabilmente con Matteo Salvini seduto di nuovo sulla poltrona del ministero all’Interno e Giorgia Meloni lanciata verso la leadership assoluta. Anche i movimenti dei sondaggi a destra ci dicono che la battaglia è tra Salvini e Meloni, senza grandi spiragli per travasi di voti che possano al momento vedere il centrosinistra minimamente competitivo.
A proposito di centrosinistra, dalle parti del Pd i maggiorenti del partito da mesi insistono sull’alleanza con il Movimento 5 Stelle (alcuni di loro addirittura vedendo in Giuseppe Conte un presunto punto di riferimento) ma ora la situazione si complica terribilmente. La guerra interna al Movimento 5 Stelle, comunque vada a finire, porterà inevitabilmente a un allentamento di rapporti con il Pd: se dovesse vincere l’ala più moderata (Conte e compagni) probabilmente l’alleanza potrebbe continuare ma si…
Leggilo subito online o con la nostra App
SCARICA LA COPIA DIGITALE