Nel Mediterraneo i migranti continuano a morire o vengono respinti illegalmente in Libia grazie ai soldi stanziati dal governo italiano per finanziare le “autorità” di Tripoli. «Quest’anno riceveranno 30 milioni in più» denuncia il senatore De Falco

Il rifinanziamento delle missioni militari italiane all’estero, approvato alla Camera il 15 luglio, e l’esito scontato al Senato per la prossima settimana, dimostrano ancora una volta quanto gli interessi geopolitici e di mantenimento del consenso elettorale permettano di passare sopra qualsiasi principio, anche di civiltà. La posizione contraria al rifinanziamento di un gruppo trasversale di parlamentari sparsi tra le due Camere – Più Europa, LeU, Alternativa c’è, Gruppo misto e dissidenti del Pd e del M5s – non ha possibilità di rompere un fronte plebiscitario salvo clamorosi colpi di scena (mentre andiamo in stampa il segretario del Pd Enrico Letta chiede che il “dossier Libia” diventi una questione Ue, subordinando l’approvazione del rifinanziamento al fatto che addestramento e supporto alla sedicente Guardia costiera libica siano affidati a Bruxelles, ndr).

«Non possiamo renderci complici di un crimine» avevano detto alcuni parlamentari “per il no” durante una conferenza stampa alla sala Nassirya del Senato il 7 luglio scorso di fronte alle associazioni e Ong che compongono il Tavolo asilo e immigrazione. Fatto sta che nel Mediterraneo si continua a morire e si effettuano respingimenti illegali in Libia grazie soprattutto ai soldi stanziati dal governo italiano. «Il rifinanziamento questa volta è stato camuffato – denuncia il senatore Gregorio De Falco -. Intanto hanno cambiato nome alla missione e poi hanno spezzettato le voci di spesa, al punto che solo sommandole si scopre che verranno erogati 30 milioni di euro in più alle “autorità libiche”».

E quali sono queste voci di spesa? Intanto ci sono quelle relative alla missione Irini di Eunavfor-med di cui già a fine marzo era stato deciso il proseguimento almeno fino al 2023. Le navi di questa missione, comandata dall’ammiraglio Agostini, sono concentrate soprattutto di fronte alle coste orientali della Libia (Cirenaica), ma sono il vero fulcro del ruolo europeo nel Paese nordafricano. E ancora, il provvedimento delle missioni all’estero è strutturato in schede, ognuna con numero ordinativo. Nella scheda 6/2021 si prevede un contributo italiano di oltre 39 milioni di euro, di cui 9 milioni in obbligazioni esigibili nel 2022. La scheda 18/2021 fa invece riferimento ad una missione bilaterale Italia-Libia (certamente anche con interventi di cooperazione) per un totale di 46.752.400, di cui 9 milioni sempre in obbligazioni esigibili nel 2022.
Viene poi rifinanziata l’operazione Mare sicuro nella scheda 34/2021, con 95,9 milioni di euro ed un incremento di 15 milioni rispetto all’anno precedente, senza che…


L’articolo prosegue su Left del 16-22 luglio 2021

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