Il vertice a Roma dei ministri della Cultura delle più potenti economie del mondo non tratta i temi che riguardano la precarietà degli operatori del settore e la gestione del patrimonio inteso come bene civico. La denuncia di archivisti, guide e storici dell’arte

Roma, 29-30 luglio: occupando monumenti simbolo e palazzi storici della città – e dell’umanità – i ministri delle 20 economie più potenti della Terra si ritrovano per parlare di cultura, a quasi due anni dall’inizio della crisi pandemica che ha “scoperto” i nervi tesi del settore. I temi centrali da loro trattati sono tre: tutela del patrimonio dal traffico illecito; tutela del patrimonio dall’emergenza climatica; patrimonio e formazione. Infinita la lista di temi assenti, ma in una riunione di poche ore (si inaugura con una cerimonia il 29 luglio alle 19, si chiude alle 17 del giorno successivo), che punta a pubblicare anche il più classico dei documenti congiunti, era difficile, se non impossibile, trattare di tutti i temi caldi.

Eppure le scelte dicono molto, sia logistiche, sia tematiche. Sembra la solita riunione diplomatica per assicurare il buon funzionamento della cooperazione internazionale, eppure in realtà questa volta non c’è niente di “normale”. Non è normale il contesto in cui si svolgeranno i lavori, non sono normali le premesse e non lo è nemmeno il dibattito, monopolizzato dagli stessi schemi – fallimentari – del passato prossimo. Le estreme condizioni di precariato e di lavoro sottopagato sono infatti totalmente assenti dalle discussioni del G20 e da anni vengono ignorate dalla politica italiana ed internazionale. Non si tratta di un problema esclusivamente italiano, anzi: la perdita di sicurezza sul posto di lavoro è un trend in crescita stabile in quasi tutte le economie del G20 che dovrebbe essere alla base di qualsiasi ragionamento culturale sul settore, perché nel settore possiede delle caratteristiche proprie e peculiari che spesso lo rendono “immune” alle poche politiche volte a tutelare il lavoro in senso lato.

Il caso più esemplificativo è quello dei sussidi durante la pandemia, che per molte categorie lavorative “anomale”, come chi non vedeva rinnovato un contratto in scadenza, non sono mai stati disponibili, mentre sono andati a concentrarsi sulle realtà che erano più ricche nel 2019. La difficoltà nel regolare un settore caotico nelle sue fondamenta rende quasi vano affrontare altri discorsi: il buon lavoro è alla base non solo della qualità della vita (e di riflesso dei servizi offerti) delle operatrici e degli operatori, ma aiuta a garantire il rispetto di norme di tutela del patrimonio, contro la corruzione e lo sfruttamento, che…

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Oltre il G20 – Senza cultura, nessun futuro è il tema della due giorni di mobilitazione a Roma organizzata dal movimento e associazione Mi riconosci? Sono un professionista dei beni culturali, insieme con altre associazioni del settore tra cui Italia nostra, Associazione Bianchi Bandinelli, Associazione nazionale archivistica italiana, Associazione italiana biblioteche, oltre al sindacato Usb. Il 30 luglio è in programma la conferenza stampa dei promotori dell’evento dopo il presidio, l’assemblea e la discussione di temi e proposte che si tengono il 29 luglio a Largo Gaetana Agnesi. @miriconoscibeniculturali   


L’articolo prosegue su Left del 30 luglio – 5 agosto 2021

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