Ormai tutti gli atenei più prestigiosi del Paese del dragone dedicano ampio spazio allo studio della Divina commedia

Mentre nel 2021 in Italia si commemorano i settecento anni dalla scomparsa di Dante, per la Repubblica popolare cinese è l’anno in cui il partito comunista cinese compie cento anni di vita. Grandi festeggiamenti di piazza hanno attirato sulla Cina l’attenzione del mondo intero. Ma questo è anche l’anno in cui si celebra un altro importante, seppur meno considerato, anniversario che lega questi due grandi eventi. Nel 1921, cento anni fa, a sei secoli dalla scomparsa di Dante, lo studioso cinese Qian Daosun dona ai cinesi la prima traduzione di tre canti dell’Inferno dantesco, primo passo di una lunga evoluzione degli studi danteschi in Cina, oggi percorsa da studiosi come You Yuze, dottoranda cinese presso l’Università La Sapienza di Roma che si sta occupando di analizzare la riscrittura dantesca dei miti ovidiani, in particolar modo su quelli relativi al rapporto conflittuale tra uomo e divinità, e che qui ci racconta del suo percorso nel mondo dantesco.

Come ti sei avvicinata alla cultura italiana e, nello specifico, a Dante?
La passione per la cultura latina e italiana è nata durante gli anni all’Università Zhongshan di Guangzhou, dove ho avuto modo di approfondire la mia conoscenza della cultura occidentale. All’epoca l’università offriva un percorso sperimentale di arti liberali che mi ha permesso di conoscere molto della cultura europea, dalla letteratura alla filosofia, tra cui anche la Divina commedia. Elaborando una tesi di laurea sull’Eneide di Virgilio mi è stato chiaro che avrei dovuto continuare il mio percorso in Italia, dove attualmente sto conseguendo un dottorato in Italianistica, alla Sapienza, dopo aver già ottenuto una laurea magistrale in Filologia classica. Il progetto attuale nasce come connubio tra l’interesse che ho per Dante e la naturale evoluzione dei miei studi universitari sul classicismo. Trovo Dante affascinante per il modo in cui ha saputo mantenere viva l’eredità classica, più di tanti suoi contemporanei, innovando al tempo stesso la letteratura italiana. Studiando Dante ho modo di approfondire tanto la cultura classica, tornando al mondo greco e romano, quanto quella medievale e le successive, che hanno tutte inevitabilmente subito l’influenza delle opere dantesche. Nonostante il classicismo sia stato la mia prima passione, ora funge più che altro da fonte per approfondire gli studi su Dante, per…


L’articolo prosegue su Left del 3-9 settembre 2021

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