Nella campagna elettorale per le amministrative a Roma Enrico Michetti, candidato per il centrodestra, riesce a stupire ogni giorno per l’impressionante collezione di figure barbine, una dopo l’altra, con una continuità che rischia seriamente di incoronarlo come testimonial di un centrodestra che pur essendo maggioranza nel Paese (secondo i sondaggi) rischia di riuscire a fallire in tutte le città che contano.
Ha iniziato la sua campagna elettorale insistendo su Giulio Cesare, su Ottaviano Augusto, sulla superiorità degli acquedotti rispetto alle Piramidi e altre amenità storiche. Tutto interessante, per carità, il problema si pone ogni volta che si affronta un tema d’attualità: qualche giorno fa alla sede romana della Cisl si parlava di rifiuti e trasporti e Michetti deve avere pensato che sia davvero noioso parlare di questa angusta contemporaneità così dopo qualche minuto ha deciso bene di alzarsi e di andarsene. Fulminante la battuta di Calenda: «Aveva la biga in seconda fila».
Ma il capolavoro Michetti l’ha fatto a Ostia dove Giorgia Meloni è arrivata per sostenerlo e in mezzo a un bagno di folla ha cominciato a salutare tutti i presenti in attesa del suo candidato sindaco che nel centrodestra sembrano già avere scaricato quasi tutti. Lui, Enrico Michetti, ha pensato bene di non presentarsi adducendo “motivi di agenda”. Che impegni aveva? Era a Prati a stringere mani. Un capolavoro. A questo aggiungete la sua dichiarazione sui vaccini («non sono un tecnico, non posso occuparmi di un farmaco di cui non conosco la composizione per cui non posso invitare qualcuno alla somministrazione», ha dichiarato) e poi allo stesso modo ha deciso di non occuparsi di termovalorizzatori (prima contrario, poi favorevole), Pnrr, trasporti. Insomma, Michetti è candidato sindaco a sua insaputa, par di capire, nella migliore tradizione del centrodestra.
A questo aggiungete che, nella migliore tradizione del centrodestra recente, Michetti ha imbarcato al solito qualche candidato con nostalgie fasciste (con tanto di tatuaggi inneggianti al Duce e braccio teso), una candidata complottista e negazionista (di cui non scrivo il nome per non regalarle nemmeno la pubblicità di sponda della vergogna) e un ex bancarottiere.
Viva Michetti, davvero, l’uomo che potrebbe riuscire nella grande impresa di perdere nella città in cui il centrodestra poteva aspirare a vincere. Intanto Salvini e Meloni sulla sua testa continuano a duellare, peggiorando la situazione. E con candidati così viene quasi la tentazione di sperare nel futuro, nonostante i sondaggi, anche sul piano nazionale.
Buon mercoledì.
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