Un grande rapporto di amicizia quello tra Alighiero Boetti e il suo storico collaboratore afgano. Come racconta Bruno Corà, in questo testo pensato per la mostra in corso a Milano

C’è stato un tempo, un lungo tempo, durante il quale Salman Ali era sempre dietro Alighiero Boetti e, come la sua ombra, non si allontanava mai da lui. Il destino poi aveva voluto che il nome di Alighiero includesse anche quello di Ali che magicamente così lo portava con sé anche quando Salman, rendendosi provvidenziale, aiutava Annemarie e si dedicava ai loro figli, Matteo e Agata. Per comprendere cosa fosse Salman per Alighiero, basta che evochi alcuni episodi di cui fui testimone e che restano vivi nella mia memoria come se fossero accaduti solo poche ore fa.

Uno di essi risale a quando Alighiero fu protagonista miracolato di un salto notturno nel vuoto, fuori strada, con la sua automobile in località San Bernardino, presso le Cinque Terre in Liguria, precipitando per decine e decine di metri, investendo e spezzando insieme agli alberi, gran parte dei suoi arti, riportando così fratture multiple ma salvando la propria vita. Dopo qualche giorno dall’incidente, per fargli visita mi recai in un ospedale laziale, dove intanto era stato trasferito, e in quell’ora calda dell’estate romana trovai accanto al letto di Alighiero il fedelissimo Salman che, incessantemente, con estrema delicatezza, leniva i molteplici dolori avvertiti da Alighiero in ogni parte del suo corpo, con sapienti e accurati massaggi, come avrebbe potuto fare solo una madre con un figlio.

Salman aveva per Alighiero un’autentica devozione e d’altronde Alighiero lo ricambiava considerandolo non solo come assistente di molteplici mansioni, ma un vero componente della sua famiglia. In quegli anni Settanta trascorrevo molte ore insieme con Alighiero e ne seguivo il lavoro, le iniziative e anche talune ore nello studio e in casa, dove incontravo anche Salman che mi mostrava spesso alcuni tappeti tradizionali (che ancora posseggo) portati dai suoi viaggi nella sua Kabul, quando tornava a far visita ai suoi familiari e amici come Dastaghir Gholam, manager impegnato nel condurre il celebre One Hotel ideato e aperto da Alighiero nel 1971 nel centro di quella città. Un altro episodio memorabile si…

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La mostra e il libro

Una storia per immagini di 23 anni di amicizia e collaborazione con l’artista Alighiero Boetti (1940-1994) quella raccontata dal suo storico collaboratore afgano Salman Ali nell’autobiografia edita da Forma per Tornabuoni Arte, nei cui spazi a Milano fino al 17 ottobre è aperta una esposizione che presenta la collezione privata di Ali con opere donategli dall’artista.

(nella foto di Giorgio Colombo Alighiero Boetti e Salman Ali)


L’articolo prosegue su Left del 17-23 settembre 2021

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