L’avevamo scritto qualche giorno fa che la discussione sul Green Pass e sull’uso piuttosto discutibile che la politica ne sta facendo (la sensazione che il Green Pass voglia essere la versione light di un obbligo vaccinale che non hanno il coraggio di imporre si fa di giorno in giorno più consistente) si ingolfa nella pateticità di alcuni personaggi in cerca di un po’ di luce e proprio ieri abbiamo avuto l’ennesima conferma.
Protagonista della farsa triste in atto unico è Red Ronnie, giornalista musicale che in assenza di musica ha deciso di diventare il menestrello di No vax assortiti, lo stesso Red Ronnie che da mesi vede complotti dappertutto, che ieri ha deciso di andare a Messina per vedere la mostra di Caravaggio e si è lanciato in un pindarico sfogo da salvatore del mondo: «Non ci hanno fatto entrare al Museo di Messina. – ha scritto Red Ronnie – Stamattina, come detto stanotte nel video da Art Gallery fadibe’, Fabio Di Bella voleva portarmi a vedere i due quadri di Caravaggio. Ma all’ingresso ci hanno chiesto di esibire il pass verde. Io ho detto che ce l’avevo (e ce l’ho perché ieri ho fatto tampone per prendere l’aereo) ma che non intendevo mostrarlo perché la Costituzione ritiene lo stato di salute di un cittadino un dato sensibile protetto dalla privacy. Ho detto anche che gli avrei firmato una dichiarazione dove asserivo di averlo lo skif pass, ma di farmelo scannerizzare no. Nulla. Hanno chiamato al telefono il direttore che non ha voluto riceverci e ha detto di chiamare i carabinieri. Impedire di godere della cultura, dell’arte, della musica è un obiettivo primario di questo regime».
C’è un aspetto interessante in tutta questa storia: Red Ronnie ha preso un aereo per andare a Messina quindi evidentemente ha mostrato il Green Pass (ovviamente con il tampone, essendo contro i vaccini) per salire in aereo. Quello stesso Green Pass che aveva mostrato per salire in aereo non l’ha mostrato per vedere la mostra adducendo problemi di privacy che invece non gli sono pesati in aeroporto. Per lamentarsi, tra l’altro, ha pensato bene di utilizzare Facebook (che, diciamolo, non è proprio il tempio della privacy) e nella sua ottica complottista è riuscito a immaginare che qualche potere forte sia interessato al boicottaggio della cultura (nel caso di specie addirittura della pittura) che è risaputo essere settore che ingolosisce le lobby (sì, ciao). A questo proposito è notevole il messaggio mandato a Red Ronnie da Stefano Montanari (altro negazionista che vorrebbe curare il Covid con la vitamina D: «Messaggio che mi ha mandato Stefano Montanari. – scrive Red Ronnie – Non hai capito: il problema dei musei non è il virus: è la cultura. Un popolo colto non si farebbe mai calpestare. E, allora, che cosa c’è di più ovvio di vietare la cultura? Il vecchio libro di Ray Bradbury (1953) intitolato Fahrenheit 451 ne parlava già chiaramente».
Il commento migliore a Red Ronnie lo scrive su Facebook Giancarlo Trim: «Per salire sull’aereo hai mostrato il tuo documento di identità, hai consegnato te stesso all’operatore che ti ha fatto il tampone, Hai mostrato il certificato con l’esito del tampone e lo hanno scansionato, Poi ti sei fatto scansionare tu dalla testa ai piedi e pure il pisellino, per mostrare che non avevi armi, ecc. E poi hai affidato loro i tuoi bagagli, che sono stati ispezionati dagli operatori… Insomma, privacy sotto zero E poi vai A Messina e non vuoi mostrare il Green Pass?».
Ah, a proposito: non contento della figura barbina ieri sera Red Ronnie si è inventato una diretta con il sindaco di Messina, Cateno De Luca, quello che faceva inseguire i suoi cittadini dai droni per ottenere qualche articolo sul giornale.
Ora si può dire che la farsa è davvero completa.
Buon giovedì.