La sentenza emessa lunedì 20 settembre dal Tribunale di Firenze, che ha accolto il nostro ricorso per comportamento antisindacale e ha portato all’annullamento della procedura di licenziamento per i 500 operai della Gkn di Campi Bisenzio, è una sentenza storica per varie ragioni. La più importante è la centralità che questo pronunciamento riconosce al rispetto della legge e della Costituzione, soprattutto relativamente all’articolo 41 che pone, tra gli altri, alla libertà economica il vincolo dell’utilità sociale e del rispetto della dignità umana, sancendo il principio per cui le imprese devono avere rispetto dei lavoratori e del territorio in cui operano. L’altra è che la Costituzione consegna al sindacato un ruolo sociale importante, un ruolo di rappresentanza sostanziale dei lavoratori nei luoghi di lavoro. E, conseguentemente, la legge e la contrattazione collettiva individuano nel sindacato un soggetto di rappresentanza che può e deve incidere con la sua azione anche nella fase di consultazione con le imprese, a maggior ragione quando le stesse decidono di chiudere licenziando i lavoratori.
Il ricorso che ho depositato al Tribunale del lavoro di Firenze, in qualità di segretario generale della Fiom Cgil di Firenze, l’ho presentato ai sensi di una legge che tanti considerano obsoleta, vecchia, da buttare: la legge 300/70, che tutti conosciamo come Statuto dei lavoratori. Ebbene, nel mondo digitalizzato, moderno, veloce, globalizzato, dove i capitali viaggiano senza nessun confine, una legge di 51 anni fa ha bloccato la scelta sciagurata di una multinazionale. Credo che sia un elemento questo di cui, come Paese, dovremmo andare fieri.
Fino a pochi anni fa qualcuno al governo diceva a noi della Cgil, mentre difendevamo lo Statuto dei lavoratori e l’articolo 18, che eravamo quelli che mettevano il gettone nell’iPhone. Agli stessi faccio notare che con quel gettone abbiamo…
* L’autore: Daniele Calosi è segretario generale Fiom Cgil Firenze e Prato
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