Stando al dibattito politico un “esercito europeo” non esiste ancora. Di fatto una forza armata continentale esiste già

La creazione di un esercito europeo, argomento di dibattito che risale ai tempi della fondazione dell’Unione, rimane l’auspicio di molti leader politici, compresa Ursula von der Leyen, che lo scorso 15 settembre in un discorso a Strasburgo ha espresso la volontà di creare un corpo che risponda solo a Bruxelles. Un corpo che dovrebbe essere composto da 5-6mila unità. La crisi afgana è stata il pretesto per riattivare questa volontà, dopo i rumorosi proclami degli ultimi anni della cancelliera Angela Merkel e del presidente francese Emmanuel Macron, per il quale ogni occasione è buona per poter mettere le mani sul comando della politica estera comunitaria. La decisione statunitense di evacuare l’Afghanistan dopo vent’anni di intervento armato ha lasciato i partner europei della Nato con l’amaro in bocca per la mancata consulta in ambito decisionale: non contiamo niente, i profughi arriveranno da noi e non possiamo appoggiarci con certezza ad Erdoğan.

Questo è il motivo per cui si è tornati a parlare della necessità di un esercito europeo, non dipendente dai singoli Stati membri, che risponda agli interessi esclusivi dell’Unione.
Ma guardando nel dettaglio le migrazioni e le azioni intraprese per combatterle, dire che in questo momento l’Europa non ha a disposizione un suo esercito indipendente è purtroppo una mezza verità. Frontex, l’agenzia europea della guardia di frontiera e costiera nota per le sue attività poco trasparenti nel contrasto al fenomeno migratorio, sta infatti armando una nuova milizia denominata Standing corps, nel silenzio generale dei media mainstream. La funzione dei corpi, come enunciato nel sito dell’agenzia, è di «controllo, sorveglianza, acquisizione e condivisione di informazioni riguardo alla situazione dei confini, attività di ricerca e salvataggio, rimpatrio di persone che non hanno il diritto di stare nell’Ue, contrasto al crimine transfrontaliero, incluso traffico di esseri umani, frode e terrorismo».

Dal sito di Frontex si legge che già a settembre 2020 260 reclute avevano completato un training online e al tempo erano stati sottoposti a corsi individuali in Polonia, dove si trova la sede centrale dell’agenzia. A ottobre 2020 168 nuove reclute avrebbero iniziato un corso semestrale nel centro di addestramento di Bari. Sembra però che il reclutamento abbia subito numerosi intoppi: il quotidiano statunitense Politico ha riportato varie testimonianze e lamentele di reclute lasciate a casa adducendo visite mediche non superate. A fine agosto 2021 l’agenzia ha espresso l’intenzione di assumere trecento nuovi ufficiali entro gennaio 2022, impiegarli in un corso annuale e renderli immediatamente operativi sul campo, con l’obiettivo di strutturare un corpo di 10mila unità entro il 2027. L’agenzia Frontex interpellata da Left dichiara di aver reclutato fino ad…

foto di Matteo Trevisan per il progetto The Door To Europe

 


L’articolo prosegue su Left dell’1-8 ottobre 2021

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