Genova dedica una mostra all’artista delle “visioni interiori”, la cui ricerca è stata caratterizzata dal rapporto con numerosi scienziati. A Palazzo Ducale fino a febbraio del 2022

Maurits Cornelis Escher era affascinato dall’idea dell’infinito, il suo sogno era di rendere visibile l’infinito su di un foglio di carta. «Vorrei essere rinchiuso in un guscio di noce ed essere re dello spazio infinito» grida Amleto. Escher era affascinato dall’idea di trovare l’infinito in un guscio di noce. Nel 1959, quando le sue opere avevano già iniziato a essere conosciute almeno nell’ambito dei matematici e degli scienziati, pubblicò un articolo dall’impossibile titolo in olandese Oneindigheidsbenaderingen (Approccio all’infinito): «L’uomo è incapace di immaginare che in qualche punto al di là delle stelle più lontane nel cielo notturno lo spazio possa avere fine, un limite oltre il quale non c’è che il nulla… ci siamo aggrappati a illusioni, a un aldilà, a un purgatorio, un cielo e un inferno, a una rinascita o a un nirvana, che esistono tutti eternamente nel tempo e interminabilmente nello spazio. Questo problema è ancor più difficile da risolvere per un artista che può voler penetrare nel più profondo infinito utilizzando proprio la superficie piana di un foglio da disegno, utilizzando immagini fisse e osservabili… Gli artisti del nostro tempo sono più motivati da impulsi che non si possono o vogliono spiegare attraverso una spinta, non razionale, ma inconscia oppure subconscia, di difficile definizione».

Bisogna dire che Escher per molti anni era stato ignorato dalla critica e dagli storici dell’arte. Nel lungo periodo passato in Italia dagli anni Venti ai Trenta, si contano sulle dita di una mano le mostre di sue opere. L’arte grafica di Escher è sicuramente difficilmente classificabile nell’arte del Novecento. Nella formazione artistica di Escher è certo presente la grande pittura fiamminga, l’arte classica italiana, che come tanti giovani artisti venne a studiare nel nostro Paese sin dal 1922. Escher sviluppa una sua arte molto particolare, che tra le altre caratteristiche ha uno stile che non si modifica nel corso degli anni. Cambiano gli interessi, i temi, le sue visioni interiori, come le chiama. La peculiarità della sua produzione artistica consiste nel fatto che ognuno può cogliere nella medesima opera, secondo le proprie inclinazioni e preferenze, aspetti diversi, facendo sì che delle stesse immagini siano possibili letture molte volte addirittura in contrasto tra loro. La maggior parte delle opere di Escher sono volutamente enigmatiche, fantasiose, ambigue; certamente lo sono le più note. Tuttavia l’enigma in Escher è sempre costruito in maniera meticolosa, precisissima. L’ambiguità nasce come contrasto rispetto alla…


L’articolo prosegue su Left del 5-11 novembre 2021

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