«Smonteremo la condanna in primo grado», avverte il legale dell’ex sindaco di Riace, Giuliano Pisapia. E anticipa la strategia che utilizzerà in appello per capovolgere «una sentenza lunare»

Nel luglio 1998 trecento persone di etnia curda sbarcarono a Riace Marina cambiando da quel momento la storia del piccolo comune calabrese. Accoglienza, lavoro, cultura, scuola e asili, laboratori artigianali ristrutturazioni di immobili, ambulatori medici, collaborazione tra Comune, Regione e Prefettura, contrasto alla criminalità organizzata. Un’idea messa in pratica dal sindaco Lucano per accogliere e ridare nuova vita ad una comunità in via di abbandono. Nell’anno 2017 – Lucano era sindaco dal 2004 – uno dei verbali redatto nel mese di gennaio dal viceprefetto Francesco Campolo – che poco tempo dopo viene trasferito – sottolinea i grandi meriti del modello di accoglienza di Riace e chiede lo sblocco dei fondi destinati al Comune, fermi dal gennaio 2016. L’allora ministro dell’Interno Marco Minniti decide invece la sospensione dei fondi stessi ipotizzando irregolarità nella gestione. Il Gip presso il Tribunale di Locri dispone nell’ottobre 2018 gli arresti domiciliari per Lucano (misura annullata dalla Cassazione nel 2019) accusato dei reati di concussione, abuso d’ufficio, associazione a delinquere, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, turbativa d’asta, peculato. Il ministro Salvini ordina il trasferimento dei 165 migranti ancora presenti a Riace e la chiusura dello Sprar dello stesso Comune. Atti, l’uno e l’altro, che il Tar prima e il Consiglio di Stato poi giudicheranno illegittimi e per i quali lo stesso Salvini mai ha pagato nulla.

Oggi veniamo a sapere che la Procura della Repubblica di Palmi accusa il funzionario della Prefettura di Reggio Calabria che firmò uno dei verbali negativi sull’accoglienza a Riace di aver commesso il reato di falsità ideologica in atti pubblici perché, nel redigere una relazione sul centro di accoglienza “villa Cristina” nel Comune di Varapodio (sindaco di Fdi), ometteva di indicare irregolarità gravi. Sarà la magistratura ad accertare responsabilità ma i dubbi sull’imparzialità dell’operato della Prefettura di Reggio Calabria nei confronti del Comune di Riace appaiono ragionevoli. Sul processo a Lucano, questa la morale, si scaricano con evidenza i conflitti tra le politiche migratorie dell’Italia e le esperienze che mostrano le menzogne di cui quelle stesse politiche si nutrono. Restiamo convinti che i giudizi di impugnazione confermeranno l’innocenza di Lucano. Chiediamo all’avvocato Giuliano Pisapia, difensore di Lucano ed ex sindaco di Milano, cosa pensa del processo. 

Avete definito «lunare» la sentenza di condanna di Domenico Lucano a 13 anni e 2 mesi di carcere. Perché?
Lunare è che si sia contestato durante tutto il dibattimento a Mimmo Lucano di…


L’articolo prosegue su Left del 12-18 novembre 2021

Leggilo subito online o con la nostra App
SCARICA LA COPIA DIGITALE

SOMMARIO