A 120 anni dal primo congresso di Federterra, riscoprire i problemi, le rivendicazioni, le lotte di inizio Novecento fornisce uno strumento utile per riflettere sul nostro presente e sulle battaglie per la giustizia sociale da intraprendere

Quello che abbiamo vissuto in occasione del 120° anniversario della nascita di Federterra il 24 e 25 novembre è stato un appuntamento importante, per la Flai ma anche per la Cgil, per il valore storico di questa ricorrenza perché ci ha permesso di ripercorre la nascita della nostra organizzazione, che è un patrimonio comune non solo all’interno della Confederazione, ma che è riconosciuta dalla storiografia, dal mondo accademico e della cultura come parte fondamentale della storia del nostro Paese. Abbiamo voluto, però, che questa nostra iniziativa avesse anche un altro valore ed un’altra finalità. Abbiamo cercato un approccio non rituale, che non fosse una commemorazione ma un momento di riflessione, un’opportunità per interrogarci non solo sul nostro passato, ma anche sul nostro presente e soprattutto sulle sfide future che ci attendono.

Nel cercare di rispondere a questo interrogativo abbiamo chiesto, attraverso la voce viva di attori, direttamente alla storia di darci una mano e siamo partiti da quella che ci è sembrata la fonte migliore a cui riferirci, ovvero gli atti del congresso costitutivo di Federterra del 1901, conservati presso l’archivio storico della Flai intitolato a Donatella Turtura. Vi parteciparono 704 leghe in rappresentanza di circa 152mila lavoratori che allora erano soci delle Leghe di miglioramento e resistenza.

Da quella prima lettura, ci siamo sperimentati, scoprendo che è possibile raccontare e raccontarci in modo diverso e nuovo. Abbiamo deciso così di riportare alla luce i momenti più importanti del Congresso del 1901, gli interventi delle lavoratrici e dei lavoratori che vi parteciparono, le discussioni che lo animarono, la passione e la voglia di riscatto che erano alla base di quella prima assise dei lavoratori della terra. Ci è sembrato che dare loro corpo e voce nuovamente, ascoltarli, riflettere con loro fosse il modo più utile e meno scontato per accendere una luce sugli eventi di quel novembre del 1901 e farne un terreno di confronto ed elaborazione utile per il nostro presente. Per questo abbiamo affidato ad un gruppo di giovani attori, la compagnia Ergatès, il compito di condurci attraverso questo viaggio nella nostra storia, e per farlo al meglio abbiamo scelto di tornare proprio a Bologna dove avvenne quell’evento. Lo spazio del 120° di Federterra non poteva che essere quello in piazza Nettuno. Perché fu proprio lì, in Palazzo dei Notai, dirimpetto in quella stessa piazza, che si svolse il Congresso costitutivo di Federterra nel 1901.
La storia ci ha stupiti, come spesso accade. Man mano che la lettura degli atti del congresso è andata avanti, infatti, è emersa in maniera sempre più evidente l’attualità dei

*L’autore: Giovanni Mininni è segretario generale Flai Cgil


L’articolo prosegue su Left del 26 novembre 2021

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