Una riforma del fisco che premia i redditi medio alti, i rincari monstre in bolletta, il boom delle spese militari e il liberi tutti rispetto alla pandemia. Per l'ennesima volta, in questo finale di 2021, il governo ha anteposto l'economia a salute e benessere dei cittadini più vulnerabili

Si chiude l’anno con una riforma del fisco che porterà a una riduzione media del prelievo per 27,8 milioni di contribuenti pari a 264 euro lanno. Ma sarà maggiore per i redditi medio alti (quelli tra 42 e 54mila euro): 765 euro. Il 20% delle famiglie più povere è sostanzialmente escluso dai benefici per effetto dellincapienza fiscale. Si è deciso di lasciare indietro i più poveri e premiare le classi più abbienti. E non venite a dirci che “non sono ricchi” e tutta la solita manfrina: sono più ricchi di quelli che non hanno ricevuto benefici dalla riforma. Questo è il punto.

Si chiude l’anno con un aumento del 55 per cento di rincaro per l’elettricità e del 42 per cento del metano dal primo gennaio. Una «situazione senza precedenti» ha detto il presidente dell’Autorità per l’energia che consiglia di consumare di meno. L’Autorità conferma che gli interventi del governo non basteranno. Anche in questo caso il governo non è riuscito a decidere di far pagare ai più ricchi un contributo di solidarietà alle famiglie in difficoltà. Questo è un altro punto.

A proposito di lavoro: il presidente Draghi, in conferenza stampa, ha dichiarato il falso sulla sua manovra (affermando che sarebbe stata a favore delle classi più disagiate, mentendo) dimostrando di non avere alcuna intenzione di ascoltare le richieste dei sindacati. Del resto come potrebbe ascoltare qualcuno che sciopera per un problema che secondo Draghi non esiste? Questo è un altro punto.

In questo anno abbiamo assistito al più coordinato attacco ai poveri perché considerati truffatori (con il reddito di cittadinanza), sfaticati (secondo le interviste di presunti brillanti imprenditori) o peggio troppo pretenziosi perché non accettano in silenzio di fare gli schiavi. In un’Italia che dovrebbe vergognarsi per la mancata crescita dei salari negli ultimi decenni c’è chi ha il coraggio di chiedere sacrifici ai lavoratori. L’area confindustriale del Paese non è mai stata così vispa come sotto al governo Draghi. Questo è un altro punto.

Si è passati dalla strategia della cautela al liberi tutti nei confronti della pandemia. Con il solito trucco si è trovato un colpevole (questa volta sono i no vax), ci si occupa di instillare odio e intanto si cancellano le quarantene perché non si è in grado di tracciarle e controllarle, si concedono tamponi di ogni sorta per entrare e uscire dalla malattia perché non si è in grado di tenere sott’occhio i tamponi. Prima si discuteva dell’equilibrio tra salute pubblica e profitto, ora la direzione è chiarissima. Ah, a proposito: si odiano i non vaccinati ma guai mettere mano alla vaccinazione obbligatoria. Si rischia di adombrare Salvini e compagnia cantante. Questo è un altro punto.

A proposito di lavoro: in Italia se un padrone non vede un suo dipendente sudare sangue avendolo sotto gli occhi ogni minuto si dà per scontato che l’economia si fermerebbe. Quindi mentre tutto il mondo parla di smart working da noi un ministro che ha un’idea del lavoro antica e inutile come Brunetta si vanta di non dare scampo ai dipendenti pubblici con la faccia di chi gode tantissimo. Con 100mila contagiati al giorno. E lo stesso vale per quei sindaci preoccupati da un eventuale calo del Pil del tramezzino se dovessero chiudere gli uffici. Questo è un altro punto.

Non ci sono soldi per i poveri alle prese con le bollette ma il Paese schizza in spese militari, preferibilmente con sanguinari dittatori che hanno ucciso o torturato nostri studenti. Questo è un altro punto.

Il Pnrr non è comunicato. Lo dicono le ricerche che raccontano perfettamente come la gente ne sappia poco, ci capisca poco e trovi poche informazioni. Messi nero su bianco i buoni propositi (ovvero stabilito come ci si spartisce i soldi) Draghi ci fa sapere di avere fatto ciò che doveva e perfino il ministro Cingolani dice di avere espletato il proprio compito. Una volta si fingeva almeno di occuparsi dei buoni propositi per qualche tempo dopo averli venduti. Ora nemmeno quello. Questo è un altro punto.

A proposito, ricordate lo spread? Quello che a un certo punto valeva come super green pass (ancora prima che esistesse) per decidere se un governo fosse bello o brutto? Sta salendo, come accade con i governi sporchi e cattivi. Però ci hanno spiegato che la colpa è della vice ministra Castelli. Mica di Draghi.

Buon anno. Appena si spezzerà l’incantesimo vedrete frotte di consapevoli in ritardo come sempre. Poi ci divertiremo, nei prossimi anni, a renderci conto dei danni provocati mentre noi eravamo distratti.

Buon anno.

 

Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.