Una immensa perdita quella di David Sassoli presidente del Parlamento europeo, lo ribadiamo tanto più oggi quando viene eletta la nuova presidente Roberta Metsola, del Ppe, che a parole dice di volerne onorare la memoria e rendere il testimone, ma ben altro è il suo percorso. Il presidente Sassoli sul piano umano ma anche su quello politico è stato una guida.
Mentre si affollano candidature improbabili e offensive per la presidenza della Repubblica italiana, Sassoli sarebbe stato un grande presidente della Repubblica, europeista, nel rispetto della Costituzione nata dalla Resistenza, non lo diciamo da ora.
Le affermazioni che da ultimo Sassoli aveva fatto sulla necessità della cancellazione del debito pubblico, di ripensare il patto di stabilità dopo la pandemia ci erano sembrate lungimiranti. Ma su questi temi, sciaguratamente, non era stato sostenuto dal centrosinistra nostrano, che anzi lo isolò.
La battaglia per un’Europa più inclusiva e più giusta, per il sogno che noi di Left coltiviamo, tanto più oggi, dovrebbero ripartire dalle sue parole, lui cattolico, noi abbiamo altri percorsi, ma abbiamo apprezzato che specie negli ultimi anni esprimesse il suo credo nel suo privato, rispettando la laicità delle istituzioni pubbliche.
Parole, quelle di Sassoli, che non sono quelle della nuova presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola del Ppe, per quanto nella cerimonia gli abbia reso omaggio.
Nel suo intervento Metsola ha speso parole giuste per la lotta al cambiamento climatico, immaginando che l’Europa possa essere il primo continente con neutralità di emissioni, accennando vagamente a temi di giustizia sociale.
Al contempo però la nuova presidente del Parlamento europeo dice di pensare a un nuovo modello economico per la Difesa (ancora armi per militarizzare i confini?).
Indubbiamente la sua elezione sposta a destra il Parlamento europeo.
Molto ambiguo e preoccupante è anche il suo messaggio riguardo ai diritti delle donne. Ricordiamo che Metsola è religiosamente anti abortista. Non a caso l’ha votata la Lega, proprio per le affinità “sulla difesa dei valori della famiglia”.
E’ un fatto è che la giovane politica maltese abbia sempre votato contro le risoluzioni del Parlamento europeo che chiedevano ai Paesi dell’Ue di legalizzare l’aborto. Nazionalista è stata sempre ligia al suo Paese, Malta, che all’interno della Ue ha una delle leggi sull’aborto più severe al mondo. Dobbiamo aggiungere altro?