Siamo entrati dentro il gruppo Facebook “Danni collaterali”, che conta oltre 270mila iscritti, per vedere come si muove la propaganda no vax contro la campagna vaccinale messa in campo per contrastare il Covid

«Lo avete fatto perché convinti o perché costretti, ma qualcosa non è andata per il verso giusto. Lo avete denunciato, ma non vi hanno ascoltato o non vi hanno dato soddisfazione. Raccontate la vostra storia, solo e soltanto i fatti. Nessuna considerazione sul fatto che sia meglio farlo o non farlo. Non perché non ci interessi la vostra opinione, ma perché il Grande Fratello ha fissato le sue regole».
Questa frase è l’incipit che possiamo leggere nelle informazioni di un gruppo Facebook italiano dal nome altisonante: Danni collaterali. Qui dentro ogni giorno, sfidando il giro di vite che Metaverse di Zuckerberg ha imposto contro il proliferare delle fake news a tema Covid, si raccolgono decine e decine di post che sviluppano centinaia di commenti, condivisioni e reazioni da parte degli utenti. Tutti trattano dello stesso argomento, cioè la paura o la convinzione di reazioni avverse riscontrate dopo la somministrazione di uno dei vaccini contro il virus Sars-Cov-2 e l’intento di inviare una segnalazione di massa all’Agenzia italiana del farmaco (Aifa).

«Dopo la seconda dose del siero, (una mia amica) ha avuto grandi problemi alla schiena, inizialmente come se avesse la colonna verticale in fiamme, poi, dopo esami di vario tipo le è stata diagnosticata una rettilineizzazione della cervicale».
Così scrive un utente preoccupato per la sua salute di un’amica che non utilizza Facebook. La rettilineizzazione delle vertebre cervicali in termini non medici è la diminuzione della normale curvatura della colonna vertebrale, una patologia difficilmente associabile, anche solo per senso comune, ad una reazione avversa ad un vaccino. Qualcuno nella discussione prova anche a farlo notare nei commenti ma viene subito attaccato dai più “estremisti”. Altri azzardano diagnosi e consulenze di vario tipo come l’utente Nino: «Va da sé che il vaccino ha potuto innescare un’infiammazione dei nervi della colonna vertebrale. Si potrebbe ipotizzare per il fatto che la Spike secondo alcuni studiosi è una neurotossina».
Internet oramai ha sostituito impropriamente e pericolosamente ospedali, studi medici e farmacie. Il cellulare e il computer sono diventati da anni la sede dove gli italiani ottengono consulti medici, cercano informazioni e rassicurazioni sulla propria salute e dove addirittura spesso possono comprare farmaci senza la ricetta del medico. Uno studio condotto nel 2019 dalla società di consulenza Bain con la collaborazione di Google lo certifica, ponendo il nostro Paese al quarto posto nel mondo come ricerche a tema medico.

Una tendenza globale così costante da aver creato un termine apposito per descriverla: dottor Google. Ma se cercare informazioni in siti non certificati e senza avere le competenze mediche per comprendere a pieno le informazioni ricevute può essere pericoloso per la propria salute, in questo gruppo gli incitamenti a non vaccinarsi e le proposte di cure alternative da parte di semplici utenti sono continui, recando un serio rischio per la salute di chi lo frequenta. Alla domanda preoccupata di Maria che dopo essere risultata positiva ad un tampone ha chiesto cosa fare, a decine si sono prodigati in consigli senza dichiararsi medici o avere titoli di studio adeguati. Fra i tanti spicca Giovanni: «Per la malattia Covid so che danno Brufen due volte al giorno, vitamina C e vitamina D e se sopraggiunge la febbre (anche con antinfiammatorio) aggiungono Zitromax per 6 giorni».
Il gruppo Danni collaterali, a cinque mesi dalla sua creazione, contiene al suo interno…


L’inchiesta prosegue su Left del 21-27 gennaio 2022 

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