Se siete tra quelli che hanno trovato vergognoso il silenzio del governo dopo i pestaggi degli studenti da parte della Polizia durante le manifestazioni di Milano, di Napoli e di Torino dei giorni scorsi potete mettervi il cuore in pace: era meglio così. Ieri infatti sul punto è intervenuta la ministra dell'Interno Lamorgese (ovviamente perché stuzzicata dalle interrogazioni parlamentari depositate, altrimenti sarebbe stata bella comoda nell'ombra) che ha rilasciato un comunicato in cui dice «deve essere sempre garantito il diritto di manifestare e di esprimere il disagio sociale, compreso quello dei tanti giovani e degli studenti che legittimamente intendono far sentire la loro voce» (ci mancherebbe) e poi ci fa sapere che «purtroppo alcune manifestazioni sono state infiltrate da gruppi che hanno cercato gli incidenti – scrive Lamorgese – Dobbiamo quindi operare per evitare nuovi disordini, scongiurando che le legittime proteste nelle nostre piazze possano essere strumentalizzate da chi intende alimentare violenze e attacchi contro le forze di polizia».
Non una parola, nemmeno di striscio, sui ragazzi manganellati e sulle orribili immagini che per due settimane abbiamo visto con cariche della Polizia lanciate senza nessuna apparente provocazione. Nessuna parola sui feriti (solo a Torino sono venti, alcuni con fratture e punti alla testa) e nessuna parola sulla violenza degli agenti. Del resto il portavoce dell’Associazione nazionale funzionari di polizia Girolamo Lacquaniti ci ha detto che «esiste un limite per manifestare e quel limite è la violenza nei confronti dei poliziotti», riferendosi evidentemente al terribile spavento che possono procurare ai poliziotti degli studenti in piazza per manifestare contro l'alternanza scuola-lavoro e per chiedere giustizia sulla vicenda di Lorenzo Parelli, morto schiacciato nel suo ultimo giorno di stage prima di rientrare in classe.
È curioso e importante notare che Lamorgese è la stessa ministra che ha lasciato pascolare i fascisti durante la manifestazione di Roma (ricordate l'irruzione nella sede della Cgil?) ed è la stessa ministra che ha la linea di comando di tutte le piazze che, guarda caso, hanno visto un'azione coordinata delle Forze dell'ordine da Torino a Napoli, come se avessero avuto un chiaro ordine superiore.
È la stessa ministra che concima il patto con la Libia (ha compiuto 5 anni, tanti grandi complimenti a Minniti che da sinistra è riuscito a fare più schifo della peggiore destra) ed è la stessa ministra che qualcuno celebrava perché "non usa i social". A questo punto c'è da sperare che si apra un account su Twitter, almeno per avere il polso della reale situazione del Paese. Anche perché questa bugia degli infiltrati l'abbiamo sentita per anni e davvero sarebbe troppo cascarci ancora. A proposito, cara ministra, dove sono le prove degli infiltrati? E soprattutto, se davvero ci fossero, perché avete pestato i ragazzi e non quelli?
Buon giovedì.
[su_divider style="dotted" divider_color="#d3cfcf"]
Per approfondire, vedi Left del 4-10 febbraio 2022
Leggilo subito online o con la nostra App
[su_button url="https://left.it/prodotto/left-5-2022-4-febbraio/" target="blank" background="#ec0e0e" size="7"]SCARICA LA COPIA DIGITALE[/su_button]
Se siete tra quelli che hanno trovato vergognoso il silenzio del governo dopo i pestaggi degli studenti da parte della Polizia durante le manifestazioni di Milano, di Napoli e di Torino dei giorni scorsi potete mettervi il cuore in pace: era meglio così. Ieri infatti sul punto è intervenuta la ministra dell’Interno Lamorgese (ovviamente perché stuzzicata dalle interrogazioni parlamentari depositate, altrimenti sarebbe stata bella comoda nell’ombra) che ha rilasciato un comunicato in cui dice «deve essere sempre garantito il diritto di manifestare e di esprimere il disagio sociale, compreso quello dei tanti giovani e degli studenti che legittimamente intendono far sentire la loro voce» (ci mancherebbe) e poi ci fa sapere che «purtroppo alcune manifestazioni sono state infiltrate da gruppi che hanno cercato gli incidenti – scrive Lamorgese – Dobbiamo quindi operare per evitare nuovi disordini, scongiurando che le legittime proteste nelle nostre piazze possano essere strumentalizzate da chi intende alimentare violenze e attacchi contro le forze di polizia».
Non una parola, nemmeno di striscio, sui ragazzi manganellati e sulle orribili immagini che per due settimane abbiamo visto con cariche della Polizia lanciate senza nessuna apparente provocazione. Nessuna parola sui feriti (solo a Torino sono venti, alcuni con fratture e punti alla testa) e nessuna parola sulla violenza degli agenti. Del resto il portavoce dell’Associazione nazionale funzionari di polizia Girolamo Lacquaniti ci ha detto che «esiste un limite per manifestare e quel limite è la violenza nei confronti dei poliziotti», riferendosi evidentemente al terribile spavento che possono procurare ai poliziotti degli studenti in piazza per manifestare contro l’alternanza scuola-lavoro e per chiedere giustizia sulla vicenda di Lorenzo Parelli, morto schiacciato nel suo ultimo giorno di stage prima di rientrare in classe.
È curioso e importante notare che Lamorgese è la stessa ministra che ha lasciato pascolare i fascisti durante la manifestazione di Roma (ricordate l’irruzione nella sede della Cgil?) ed è la stessa ministra che ha la linea di comando di tutte le piazze che, guarda caso, hanno visto un’azione coordinata delle Forze dell’ordine da Torino a Napoli, come se avessero avuto un chiaro ordine superiore.
È la stessa ministra che concima il patto con la Libia (ha compiuto 5 anni, tanti grandi complimenti a Minniti che da sinistra è riuscito a fare più schifo della peggiore destra) ed è la stessa ministra che qualcuno celebrava perché “non usa i social”. A questo punto c’è da sperare che si apra un account su Twitter, almeno per avere il polso della reale situazione del Paese. Anche perché questa bugia degli infiltrati l’abbiamo sentita per anni e davvero sarebbe troppo cascarci ancora. A proposito, cara ministra, dove sono le prove degli infiltrati? E soprattutto, se davvero ci fossero, perché avete pestato i ragazzi e non quelli?