Il 30,3% degli over 65 in Italia ha difficoltà nell’essere autonomo. E spesso queste persone non possono permettersi un badante o un posto nelle residenze per anziani. Lo Stato per anni li ha abbandonati, ma ora con il Recovery fund la situazione può cambiare

«A volte penso che sarebbe meglio “morì” prima di mia madre perché il dolore che proverei per la sua perdita sarebbe terribile, ma poi ci ripenso. Come farebbe senza di me?». Sono le parole di Daniela Spadoni, preoccupata per il destino di sua madre nel caso non fosse più in grado di provvedere ai suoi bisogni primari. Daniela è seduta su una sedia nel magazzino di Nonna Roma, un’associazione che gestisce un banco del mutuo soccorso alimentare nella Capitale e più precisamente in viale Togliatti, un confine d’asfalto di quattro corsie tra il quartiere Centocelle – in via di gentrificazione – e la più centrale fra le borgate popolari romane: Quarticciolo. Aspetta il suo pacco alimentare insieme a quello della madre, mentre troneggia con la corporatura possente di un’ex atleta ma il sorriso dolce amaro di chi ne ha viste tante. Da ragazza era cintura nera di judo terzo dan, arrivando a gareggiare persino nella nazionale. Oggi mentre si tiene la schiena per i dolori racconta che nonostante non possa lavorare, e riceva una pensione di invalidità di soli trecento euro mensili, quasi ogni giorno in cui le è possibile si reca a trovare sua madre di ottantasette anni, anche essa invalida al 100%, percorrendo i dieci chilometri che separano il suo quartiere San Basilio dalla casa della mamma.

«Una volta non mi ha risposto per un giorno intero. Mi sono preoccupata tantissimo e sono corsa, con i miei tre cani in braccio, da lei. L’ho trovata sul balcone che prendeva il sole tranquilla, credo che stia diventando sorda o stia perdendo poco a poco la ragione». I pensieri che affliggono questa donna però non assillano solo poche persone nel nostro Paese, anzi. È stato calcolato da uno studio Istat che il 30,3% degli over 65 ha grandi difficoltà nell’essere autonomo: non riesce a usare il telefono, prendere le medicine, gestire le risorse economiche, preparare i pasti e fare la spesa. Il Censis invece dichiara che in Italia vivono oltre 2,8 milioni di anziani non autosufficienti, il 20% del totale degli invalidi e l’81% del totale di chi percorre la Terza età. L’alto tasso di disoccupazione, l’abbassamento delle tutele per i lavoratori e l’alto numero di pensionati – pari al 63% – che ricevono meno di 750 euro di assegno, sono fattori che allargano le fila di chi non possiede le risorse economiche per gestire un anziano non autosufficiente. Più di quattro milioni di famiglie in Italia si misurano con questo problema, quasi quante quelle che percepiscono il reddito di cittadinanza. E, nel secondo Paese più vecchio al mondo dopo il Giappone, si tratta di numeri necessariamente destinati ad aumentare.

La politica e gli organi di stampa hanno dato però finora, ai problemi della Terza età, un’attenzione quasi del tutto marginale, nonostante gli…


L’articolo prosegue su Left del 18-24 febbraio 2022 

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