Sembra una barzelletta ma Matteo Salvini è partito per una missione di pace. Accompagnato dal capogruppo della Lega al Parlamento europeo Marco Campomenosi e dal deputato Luca Toccalini, Matteo Salvini ha deciso di andare al confine con l’Ucraina perché vuole «fare qualcosa che aiuti». È l’ultimo atto di Salvini in versione pacifista, lo stesso che in questi giorni aveva lanciato una “disarmata marcia per la pace” nei luoghi di guerra facendo arrabbiare tutti i suoi sostenitori. C’è da capirli: li ha convinti a comprarsi un fucile a testa promettendogli di poter sparare per legittima difesa, poi li ha convinti che è straniero chiunque non sia un parente almeno di secondo grado e ora invoca la pace e va a raccogliere donne e bambini. Essere elettori di Salvini deve provocare dei gran giramenti di testa.
Del resto Salvini fa il paio con gli stessi che stanno usando il conflitto per mera propaganda elettorale. È della stessa risma di chi utilizza la guerra per portare avanti i propri interessi da cortile: c’è Confindustria che chiede di riscrivere il Pnrr per il conflitto (e chissà chi lo dovrebbe riscrivere, c’è da scommetterci che si proporranno come redattori), ci sono gli appassionati del nucleare che invocano una centrale in ogni angolo per liberarsi da Putin (dimenticando che la dipendenza da Putin dipende proprio dalla mancata decarbonizzazione), ci sono quelli che usano la guerra per infilzare l’Anpi (una curiosità: sono gli stessi infilzati dall’Anpi sul referendum rovinosamente perso quando erano al governo. Che brutta cosa la vendetta in tempi di guerra), ci sono quelli che usano la guerra per alimentare il proprio testosterone (sono quelli che ordinano di lanciare missili direttamente su Twitter mentre stanno sul divano) e ci sono quelli che usano questa guerra per riscrivere la Resistenza, per attaccare gli avversari politici o per accogliere gli ucraini e legittimare la morte di tutti gli altri.
Comunque la si veda è un Paese imbruttito dalla pandemia che riesce a imbruttirsi anche con la guerra. Un lento scivolamento verso il basso.
Buon martedì.