Che l’esplosione di solidarietà nei confronti degli ucraini in fuga sia in alcuni casi un losco tentativo di mondare macroscopici errori politici lo dimostra il fatto che la retorica è direttamente proporzionale al passato amore per Putin. Mentre coloro che si occupano (e professano) solidarietà da sempre ora assistono sgomenti all’ennesima guerra drammatica come lo sono tutte le guerre di tutti questi anni (seppure con numeri molto più importanti per l’impatto sull’Europa in termini di sfollati) i sovranisti del mondo insistono nel farci credere che questa sia l’unica guerra giusta di cui occuparci per nascondere la loro cinica indifferenza per le guerre passate e per sublimare il fatto che siano stati i cagnolini di Putin sguinzagliati per l’Europa.
Per questo c’è da scommetterci che non terrà a lungo questa unità di intenti nei confronti del popolo ucraino. Serve solo il tempo per fare dimenticare le felpe con Putin. Passato quello dovranno per forza riprendere le loro posizioni sull’immigrazione, altrimenti dovrebbero riscrivere l’intero programma elettorale e regalare i frutti della xenofobia a qualcun altro.
Se volete sapere come andrà finire un vento del futuro arriva direttamente dalla Francia dove il candidato Eric Zemmour (uno così schifosamente razzista da fare impallidire perfino alcuni razzisti) che ha affermato che gli ucraini con legami familiari con la Francia dovrebbero ricevere i visti, a differenza di coloro che fuggono dai conflitti nelle nazioni musulmane per cui non vale nemmeno un rapporto con il territorio. Zemmour ha applaudito l’approccio più rigoroso del Regno Unito (lunedì il Regno Unito ha respinto le richieste di allentamento dei requisiti di visto per i rifugiati ucraini): «Solo se hanno legami con la Francia, se hanno una famiglia in Francia… diamo loro i visti», ha detto Zemmour a Bfm Tv.
«È una questione di assimilazione», ha detto Zemmour. «Ci sono persone che sono come noi e persone che sono diverse da noi. Tutti ora capiscono che gli immigrati arabi o musulmani sono troppo diversi da noi e che è sempre più difficile integrarli». «Siamo più vicini agli europei cristiani», ha spiegato.
Vedrete che tra poco lo ascolteremo anche qui.
Buon lunedì.