Due questioni oggi destano timore in tutto il mondo: il pericolo che le centrali nucleari ucraine vengano colpite e il rischio di una guerra atomica. Fino a che punto è una paura giustificata? Ecco un’analisi sullo stato reale delle cose

Dopo oltre 40 giorni di guerra è diventato sempre più difficile districarsi fra notizie nettamente contrastanti e allarmi non controllabili: fra questi ultimi inquietano quelli che riguardano le questioni nucleari, sia per i rischi che un conflitto armato comporta per gli impianti nucleari ucraini, sia per i pericoli di una vera guerra nucleare. è opportuno tenerli ben distinti. Il 26 aprile 1986, come è noto, l’Ucraina fu il teatro del disastroso incidente di Chernobyl. L’intero Paese ha 15 reattori nucleari raggruppati in quattro grandi centrali che producono il 40% dell’elettricità ucraina. Il conflitto in corso ha destato giustificate preoccupazioni per un eventuale danneggiamento di questi siti, ma si sono moltiplicati reportage che sono rapidamente scaduti in meri racconti allarmistici.

Nessuno sembra chiedersi per quale motivo i russi, che hanno pagato un prezzo enorme con il disastro di Chernobyl, dovrebbero aggiungere…

* L’autore: Angelo Baracca è docente emerito di Fisica Teorica dell’Università di Firenze, autore di numerosi saggi sul nucleare, tra cui (per Jaca book) Scram ovvero la fine del nucleare (coautore Giorgio Ferrari Ruffino, 2011) e A volte ritornano: il nucleare. La proliferazione nucleare, ieri, oggi e soprattutto domani (2005). Con la biologa Rosella Franconi ha pubblicato Cuba: medicina, scienza e rivoluzione, 1959-2014 (Zambon, 2019)


L’articolo prosegue su Left dell’1-8 aprile 2022 

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