Il politologo e filosofo Alexander Dugin è considerato da molti analisti l’ideologo del presidente russo e l’ispiratore dell’aggressione all’Ucraina. La sua idea di «rivoluzione conservatrice» è molto apprezzata dell’estrema destra mondiale

«La Russia porta con sé la libertà… La Russia è l’unico stato Slavo che è stato capace di diventare un impero mondiale… E di secolo in secolo l’oriente russo sta conquistando l’occidente russo sottraendolo all’ovest non russo. Perché noi siamo Roma. Perché Roma siamo noi». Questa frase dai toni sinistri, che dà eco nel nuovo millennio agli orrori nazionalistici del Novecento, è di Alexander Dugin, politologo e filosofo russo. È uno dei massimi ideologi del neo eurasianesimo, un’idea politica reazionaria che richiama alla gloria e alla rifondazione dell’impero russo, basata sul mito della Terza Roma (tanto caro anche a Mussolini). Tutto ciò deve avvenire sotto la guida di un unico uomo dai valori religiosi e morali cristiani. Da alcuni analisti Dugin è definito il Rasputin di Putin, a causa dell’ascendente (ancora non perfettamente chiarito) sul presidente della Federazione Russa. Altri invece sostengono che la sua influenza sull’ex capo del Kgb è solo presunta essendo troppo legata, per i gusti della pragmatica propaganda del Cremlino, alla filosofia europea.

Ma se sul quadro personale ci sono dei dubbi, tutti gli studiosi invece concordano che…

L’articolo prosegue su Left dell’8-14 aprile 2022 

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