Renzi ci ha ripensato. La riforma Cartabia non gli piace e come al solito decide di comunicarlo con un tweet (a proposito della “politica che non si fa su twitter”) in cui scrive testualmente: «Non voteremo la riforma della giustizia perché non è una riforma. L’azione di Bonafede era dannosa, quella della Cartabia inutile. Meglio così ma ancora non ci siamo».
Non voteremo la riforma della giustizia perché non è una riforma. L’azione di Bonafede era dannosa, quella della Cartabia inutile. Meglio così ma ancora non ci siamo #Enews
— Matteo Renzi (@matteorenzi) April 12, 2022
Poi con la sua newsletter si spiega più largamente (senza aggiungere molto): «Sulla riforma del Csm – scrive nella sua ultima E-news – siamo gli unici che non voteranno a favore. Lega e Pd, grillini e Forza Italia hanno trovato un compromesso con la riforma Cartabia. Voglio essere molto chiaro: l’azione di Bonafede era dannosa, quella della Cartabia semplicemente inutile. Dunque, un grande passo in avanti. Ma il vero problema dello strapotere delle correnti e del fatto che chi sbaglia non paga mai, con la riforma Cartabia non si risolve. Le correnti continueranno a fare il bello e il cattivo tempo nel Csm. Peccato, una occasione persa. La riforma arriverà, se arriverà, nella prossima legislatura. Questo è un pannicello caldo, anzi tiepido».
Poiché la politica è una cosa seria la sua ministra nel governo, Elena Bonetti, assicura la fiducia al governo. Un capolavoro portato avanti dal deputato di Italia Viva Cosimo Ferri (magistrato sotto procedimento disciplinare per avere brigato le nomine insieme a Palamara) che si correnti nella magistratura ne sa parecchio. E infatti Calenda non le manda a dire e critica la scelta di Renzi che definisce una posizione «sbagliata e anche paradossale», «visto che a prenderla è Cosimo Ferri, una persona di qualità, ma non propriamente estranea alle correnti del Csm e al sistema Palamara. Fate le persone serie. Tutta la magistratura sta cercando di affossare la riforma», dichiara rivolto al leader di Iv.
Del resto quando si fa politica con un occhio ai sondaggi e uno alle amministrative basta poco per smentirsi. Alla fine anche i “migliori” diventano “inutili” nel giro di poco.