Prima direttrice d’orchestra in Francia nel 1969, Claire Gibault si è sempre impegnata perché le musiciste non fossero discriminate. E per questo ha ideato un concorso solo per loro. «Ci sono troppi atteggiamenti negativi - dice - nei confronti delle donne»

Il concorso internazionale “La Maestra” che si svolge a Parigi è l’unico appuntamento al mondo dedicato esclusivamente alle direttrici d’orchestra. Una creatura di Claire Gibault, la prima donna a dirigere la Filarmonica della Scala e i Berliner Philharmoniker.
Perché un concorso per sole donne? «Purtroppo, benché la cultura sia cambiata da quando nel 1969 France Soir pubblicava in prima pagina lo sbarco sulla Luna con la foto di Neil Armstrong insieme alla sua, prima donna direttrice d’orchestra di Francia, data l’eccezionalità della notizia, le musiciste e le aspiranti direttrici d’orchestra incontrano ancora la discriminazione di genere», risponde Gibault.

Nella sua autobiografia appena uscita, Direttrice d’orchestra. La mia musica, la mia vita, (add editore)racconta con una scrittura diretta e morbida la sua formazione, le esperienze artistiche, i complessi rapporti all’Opera di Lione come assistente di John Eliot Gardiner, la lunga e determinante collaborazione con Claudio Abbado, il lavoro con il Flauto magico per i bambini, le resistenze subite a Vienna, all’Opera di Roma, l’amicizia e la collaborazione con il compositore Fabio Vacchi, la creazione della Pmo, Paris Mozart Orchestra, la sua orchestra. Sorprende la lettura di pagine anche molto intime, per esempio, gli anni dedicati all’adozione da single di due bambini del Togo, la sua maternità difesa strenuamente insieme alla carriera, alla sua femminilità.

Claire Gibault, lei ha cominciato a studiare la musica a cinque anni e poi è stato un susseguirsi di riconoscimenti e risultati sorprendenti che costellano la sua lunga carriera. Cosa ha significato essere una donna? Ci sono stati momenti in cui aggressioni esplicite o latenti hanno messo a dura prova la sua certezza interiore?
Ricordo i titoli che in passato mi hanno riservato Le Monde, “Le orchestre non amano essere dirette da donne!”, e Le Figaro “Lei li dirige a bacchetta”, quest’ultimo molto volgare per me perché suggerisce rapporti basati sul sadomasochismo e una immagine priva di femminilità. Ho sofferto dell’arroganza di certi manager d’orchestra e dell’aggressività di certi musicisti. Ma la mia passione per la musica è sempre stata più forte e sono stata sostenuta da grandi direttori d’orchestra. Fin da bambina ho capito che la musica è un linguaggio in grado di far accedere al profondo. Non parlavo quasi mai, non usavo le parole ma mi esprimevo solo attraverso la musica, mettevo al primo posto il…

L’articolo prosegue su Left del 15-21 aprile 2022 

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