Voluta dalla destra e approvata all’unanimità al Senato, la legge che riconosce il 26 gennaio come Giornata nazionale degli Alpini si sovrappone al Giorno per le vittime della Shoah e rimanda a un episodio chiave dell’alleanza di Mussolini con Hitler

Il Senato ha approvato in via definitiva un disegno di legge che istituisce la Giornata della memoria degli Alpini. Iniziativa in sé commendevole, visto che quello degli Alpini è non solo probabilmente il miglior corpo di fanteria di montagna al mondo, ma anche una comunità di rilievo non solo militare ma anche civile, un mondo di valori, di coraggio, di solidarietà, di attenzione all’ambiente, in montagna e non solo.

Ma c’è un problema. È stato scelto come “giorno della memoria” degli Alpini il 26 gennaio. Data che pone almeno due gravi interrogativi.

L’iniziativa parlamentare è stata ovviamente della destra, segnatamente di ambienti revisionisti e cripto-fascisti. Ma è il contesto, in cui l’operazione è potuta riuscire a rendere in modo plastico e deprimente i sensi della miseria di una classe politica, tutta ignoranza, ignavia, insensibilità, irresponsabilità, revisionismo strisciante. Inevitabile il finale unanimismo “sordo e grigio”.

Inutile dire che…

L’articolo prosegue su Left del 22-28 aprile 2022 

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