Contro l’uso distorto della storia, in difesa della memoria e dell’importanza del dialogo per porre fine alle guerre. Da Marzabotto, luogo simbolo della Resistenza al nazifascismo, l’esempio della Scuola di Monte Sole

Fra pochi giorni torneremo a festeggiare il 25 aprile in tanti, con una presenza fisica che si accompagna a quella di cuore e mente. Torneremo a respirare l’aria di quei luoghi in cui guerra e nazifascismo hanno devastato comunità ed estirpato violentemente la vita.

Abbiamo cercato di resistere negli ultimi due anni, resistere facendo sentire anche a distanza il vincolo che ognuno ha con questa data, che ha sancito la conquista della libertà di cui godiamo quotidianamente. Una data di festa e non solo celebrativa, in cui si rinnova l’impegno a difendere giorno per giorno quella conquista, nella consapevolezza che va curata, che bisogna battersi ancora affinché i principi elencati nella nostra Costituzione radicata nell’antifascismo abbiano piena attuazione. Non si possono concepire le ricorrenze e le commemorazioni come meri momenti di ricordo, che si ripetono uguali a se stessi di anno in anno. Sì, è importante il rito, è indispensabile il ricordo, ma è essenziale in queste celebrazioni fare i conti con il presente e con quello che si sta costruendo per il futuro. Per chi vive di memoria, memorie, e costruzione di pace ogni giorno, è un momento per ricordare a se stessi e agli altri quanto ancora c’è da fare e cosa c’è da fare.

Questo festa di Liberazione sarà un ritorno. Ritorno nei…

 

* L’autrice Valentina Cuppi è insegnante, sindaca di Marzabotto e presidente del Partito democratico

L’articolo prosegue su Left del 22-28 aprile 2022 

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