«Se i partiti smettono di occuparsi di politiche del lavoro spetta a noi fare ancor più politica per rappresentare chi vive del proprio lavoro», dice il neo segretario generale Fiom Cgil, Michele De Palma, nel fare il punto sulle vertenze in corso e sulla crisi socio-economica e ambientale

Una crisi nella crisi. Prima due anni di pandemia, con degli strascichi importanti ancora in corso in termini socio-sanitari, poi l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin che ha portato con sé, oltre alla tragedia umanitaria in Est Europa, conseguenze pesantissime in gran parte delle economie occidentali e nella nostra in particolare, dipendente com’è dal gas russo. Il mondo dei lavoratori, stretto nella morsa del carovita, della precarietà e degli incidenti sui luoghi di lavoro che non accennano a diminuire, si prepara a celebrare il Primo maggio del 2022 dovendo fare i conti con uno dei momenti più complessi della storia recente del nostro Paese. Ne parliamo con Michele De Palma che all’inizio di aprile è stato eletto segretario generale della Fiom-Cgil.

L’Inail segnala che nel 2021 ben 1.221 persone sono morte sul lavoro. Nei primi due mesi del 2022 le vittime sono state 114. Secondo l’Osservatorio indipendente di Bologna, che tiene conto anche dei lavoratori senza contratto, nel 2022 hanno perso la vita 407 persone mentre lavoravano. Cosa deve fare l’Italia per prevenire questa carneficina?
Il dramma delle morti sul lavoro non è soltanto una questione tecnica o almeno non possiamo affrontarla solo con questa visione. È la conseguenza di…

L’intervista prosegue su Left del 29 aprile 2022 

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