Le dimissioni del direttore di Frontex, sotto inchiesta dell’Ufficio europeo anti-frode, assestano un duro colpo alla già traballante immagine di Bruxelles in tema di gestione delle politiche migratorie e rispetto dei diritti dei richiedenti asilo

Il conflitto in Ucraina, che coinvolge direttamente l’Unione europea, sta facendo perdere di vista quanto accade alle altre frontiere. L’attacco turco ai curdi in Iraq porterà presto nuovi profughi, dall’Afghanistan si continua a fuggire nonostante il regime talebano bruci i passaporti e i governi dei Paesi limitrofi impediscano agli afgani di passare; la siccità, unita agli effetti indiretti delle sanzioni verso la Russia, prospetta già crisi alimentari nel Corno d’Africa, la Libia resta in un caos a bassa intensità mentre le tensioni aumentano in Tunisia, dove i prezzi dei generi di prima necessità stanno salendo alle stelle. Scontri militari sono all’ordine del giorno in Mali, Sud Sudan, Congo, Camerun, Burkina Faso, eccetera. Secondo quanto ha raccontato la deputata di ManifestA, Yana Ehm, recentemente tornata dalla Siria, dove la guerra continua, le persone hanno ripreso a fuggire.

C’è da aspettarsi che nel Mediterraneo centrale, nell’Egeo, sulla rotta atlantica, tornino ancor più imbarcazioni piene di persone in fuga, così come sono ripresi gli arrivi sulla Balkan route. I Paesi a cui si rivolgono quelle prue delle imbarcazioni dei migranti sono gli stessi in cui, mentre gli operatori umanitari diretti in Ucraina vengono considerati eroi, quelli che soccorrono in mare sono perseguiti per “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. Tutto prevedibile, a parte forse l’invasione russa, ma segno di come l’Ue non riesca ancora ad affrontare le migrazioni come fatto strutturale. La giusta applicazione della direttiva Ue 55/2001 che permette ai soli ucraini di avere protezione umanitaria di un anno, rinnovabile, in Europa, crea però le condizioni giuridiche per privilegiare l’ingresso dei “bianchi” mettendo in subordine le identiche motivazioni dei “neri”.

Questo accade mentre l’Ue, …

L’intervista prosegue su Left del 6 maggio 2022 

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