Mappare i meccanismi di investigazione sui crimini di guerra in Ucraina (e non solo) per arrivare ad un quadro normativo comune. È l’obiettivo del progetto di un network di università impegnate nella difesa dei bambini nei conflitti armati. Ce ne parlano i promotori

Una task force internazionale per studiare il diritto ucraino e internazionale con lo scopo di garantire la protezione dei civili e la persecuzione dei crimini di guerra in Ucraina. È il progetto che ha coinvolto il mondo giuridico e accademico – docenti e ricercatori, giudici e giuristi dall’Italia all’Ucraina, dall’Europa agli Stati Uniti – su iniziativa dell’Universities network for children in armed conflict (Unetchac) a partire da metà aprile. Oggi è in piena attività. Tra i suoi ispiratori c’è anche Laura Guercio: avvocata alla Corte penale internazionale, docente all’Università di Perugia, componente del Consiglio della European law institute.

«Dall’inizio del conflitto ci siamo resi conto di come il mondo accademico non possa restare estraneo – dice a Left l’avvocata -. Svolgiamo un lavoro di ricerca per contribuire a far chiarezza sugli aspetti tecnici e giuridici finora emersi. Il rischio è che si possano confondere i diversi elementi interessati, che siano essi giuridici e politici. Questo non aiuta nella definizione del quadro entro cui muoversi, in una guerra che non è come le altre per molte ragioni: insiste sul sistema delle relazioni internazionali e, dopo tre anni di pandemia, ha messo in luce la vulnerabilità europea abituata egoisticamente a conflitti che riguardano altri angoli del pianeta».

In questo contesto le Università provano a misurarsi sul terreno dell’analisi dei meccanismi nazionali e internazionali che portino ad…

L’articolo prosegue su Left del 20 maggio 2022 

Leggilo subito online o con la nostra App
SCARICA LA COPIA DIGITALE

SOMMARIO

 

</a