Oggi in Ucraina, con le armi russe e quelle fornite dalla Nato a Kiev. Ieri in Serbia, Kosovo Iraq, Bosnia, Afghanistan, Siria, Libia. L’uso di proiettili radioattivi irrompe nel conflitto scatenato da Putin

Il segretario generale dell’Interpol Jurgen Stock ha detto di recente che l’abnorme quantità di armi che circola in Ucraina sta già diventando oggetto di un traffico criminale e mafioso. «I criminali si stanno concentrando già adesso su queste armi. Anche le armi usate dai militari, le armi pesanti, saranno disponibili sul mercato criminale. I criminali di cui sto parlando operano a livello globale, quindi queste armi verranno scambiate tra i continenti» ha detto Stock senza mezzi termini.

Tutto ciò che è trasportabile diventerà potenziale oggetto di traffico in Europa ed oltre. Non solo fucili e pistole ma varie armi da guerra, compresi missili portatili anti aereo e anti carro. La notizia non sembra avere scalfito minimamente la fede nel riarmo ucraino del presidente del Consiglio Draghi e di quasi tutto il Parlamento. Il fatto che l’Ucraina stia diventando il centro di un traffico internazionale di armi viene definito dalla realpolitik come un “effetto collaterale”. Ma questo effetto collaterale potrebbe non essere l’unico.

Tra le armi partite dagli arsenali di parecchi Paesi della Nato verso l’Ucraina (e che potremmo ritrovarci nelle nostre strade) ci sono anche i missili anti carro portatili Milan, di produzione franco-tedesca. I vecchi modelli di questi missili, oggetto dei trasferimenti in questione, hanno un sistema di puntamento che contiene e rilascia torio, un metallo pesante altamente radioattivo.

Nei poligoni Nato di Capo Teulada e Quirra, in Sardegna, ne sono stati sparati a migliaia con conseguenze devastanti per ambiente e salute. Proprio al Tribunale di Cagliari, lo scorso 10 giugno, è iniziato il processo per disastro ambientale dell’area di Capo Teulada che vede imputati i generali Valotto, Graziano (già “promosso” alla presidenza di Fincantieri), Errico, Rossi e Santroni.

Risulta che i missili in questione siano stati inviati in Ucraina non solo dalla Francia ma anche dall’Italia. Mentre in Francia Macron lo ha dichiarato ufficialmente, in Italia il governo Draghi segue la…

L’articolo prosegue su Left del 17 giugno 2022 

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