Finalmente stiamo per superare questa fase di stallo politico. Ma gli scenari che si aprono, in ogni caso, non sono dei "migliori"

Vediamo un po’. Oggi finalmente si decide e sarà un bene per tutti, al di là di quello che potrebbe accadere. Con Mario Draghi al Senato i partiti dovranno smettere di giocare di rimessa lasciando in giro dichiarazioni a televisioni e ai giornali. Ora tocca decidere e essere costretti a scegliere: per questa masnada di partiti che ha come obiettivo principale quello della propria preservazione è sempre un bene.

Potrebbe accadere che la maggioranza continui così. Se fosse così qualcuno dovrebbe spiegarci quindi cos’è stata questa crisi che non è una crisi. Mario Draghi dovrebbe giustificare queste dimissioni isteriche – sempre sulla linea del “Draghi che mette il Parlamento con le spalle al muro” che piace tanto ai liberisti di casa nostra – e Giuseppe Conte dovrebbe spiegare perché le promesse di una settimana fa non erano abbastanza convincenti e ora sì. Come sempre accade in questo Paese sarà soprattutto un esercizio dialettico, temo.

Se il governo andrà avanti con il M5s qualcuno dovrà comunque dare delle spiegazioni: se prima era impensabile cambiare le coordinate del governo, se era “impossibile proseguire senza il Movimento 5 stelle” perché ora invece sì? C’è da leggere con attenzione la risposta. Il punto più interessante della giornata politica è leggere le parole delle giustificazioni, molto più di quello che accadrà nelle geometrie parlamentari.

Se alla fine Mario Draghi deciderà di andarsene (appare difficile) allora conviene leggere Cassese: «La circostanza che si sia operata una scissione in una delle forze politiche che appoggiano il governo non costituisce un grave motivo. Troppi altri governi avrebbero dovuto cadere, nella storia repubblicana».

Oppure potrebbe accadere l’ennesimo episodio di cosmesi politica. Non so se avete notato che Luigi Di Maio da giorni non chiama Movimento 5 stelle il Movimento 5 stelle. «Il partito di Conte», dice il ministro. Il gioco è semplice: si rivende la scissione di Di Maio invertendola. Si insiste nella narrazione che sia Conte ad essersi scisso da Di Maio. Così sarà facile dire che sostanzialmente il governo continua come prima (ci sono esimi giornalisti che da giorni usano questo trucco) e così tutti amici come prima. E così, c’è da ammetterlo, farebbe abbastanza schifo. Rimarrebbe anche un dubbio: davvero Di Maio avrebbe potuto escogitare una roba del genere?

Poi ci sarebbe la politica. In questa crisi Conte ha presentato un documento di richieste. Il centro e il centrodestra hanno come massimo obiettivo politico l’abolizione del Reddito di cittadinanza, poi la pace fiscale (altro cosmetico retorico: è un condono). Gli altri chiedono sostanzialmente di “continuare così” anche se non si capisce “così” come. Gli ambientalisti, al solito, sono inascoltati.

Non benissimo.

Buon mercoledì.

Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.