Il nostro Sistema sanitario «si basa su principi di equità, solidarietà, uguaglianza e universalità e mira a garantire il benessere delle persone», rimarca il segretario Fp Cgil medici, Andrea Filippi. Istituito nel 1978, è stato progressivamente distrutto dagli anni 90. E con il nuovo governo cosa succederà?
Nonostante le crepe messe in luce dalla pandemia da tempo ormai è del tutto carente il dibattito pubblico sul valore della salute nella società, e del Servizio sanitario nazionale chiamato a promuoverla. E anche anche nella recente campagna elettorale le proposte dei partiti a proposito della sanità hanno finito spesso col rientrare nell’orbita dell’economia, della digitalizzazione e dello sviluppo tecnologico. Secondo Andrea Filippi, psichiatra e segretario nazionale Fp Cgil medici e dirigenti Ssn, per intervenire sulla sanità con lo scopo di migliorare il benessere delle persone bisognerebbe ripartire, invece, proprio da una profonda riscoperta del Servizio sanitario e dalla sua piena attuazione. Dottor Filippi, la legge 833 del 1978 instaurò il Servizio sanitario nazionale e segnò una svolta per il diritto alla salute in Italia. Quali condizioni resero possibile una riforma di quel tipo?

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