Pace e lavoro sono i temi cardine della proposta dell'associazione civica, ecologista e di sinistra nata per costruire attorno al M5s una forza alternativa al governo delle destre

L’iniziativa promossa da Stefano Fassina rivolta al nuovo corso del Movimento 5 Stelle impersonificato dalla figura di Giuseppe Conte è, a mio avviso, un’operazione ambiziosa che parte con tutti i presupposti per essere credibile, ovvero per strutturare attorno a Conte una sinistra sociale e politica alternativa al governo delle destre e capace di sottrarre l’egemonia dell’opposizione al Pd, caratterizzandosi per il No alla guerra e col primato della questione sociale. Dando configurazione politica alle scelte già compiute dagli elettori che sono andati a votare, che hanno consegnato ai 5Stelle un voto di sinistra e di rappresentanza sociale determinata, quella del mondo del lavoro e delle classi popolari.

Sono arrivate da tutta Italia oltre 500 persone che si sono registrate e si sono sviluppati nel corso della giornata 35 interventi. La relazione di Fassina ha messo in evidenza la necessità di dare una risposta “di sinistra” al ritorno della politica – dopo la presunta neutralità delle scelte tecnocratiche e delle larghe intese – ed al bisogno di protezione sociale, recuperando assieme a quella di Marx la lezione di Karl Polanyi sul ruolo dello Stato a fronte del potere distruttivo del capitalismo e di come non solo non esista il singolo individuo atomizzato a fronte della società ma come anche quest’ultima sia inserita in un contesto più ampio come quello ambientale e naturale.

Pace in Ucraina attraverso la via diplomatica, mondo multipolare a coesistenza pacifica e lotta sociale per il carovita, le coordinate di fondo dell’analisi e dell’iniziativa.
In tarda mattinata è intervenuto Conte che – dopo parole di apprezzamento e di interesse per l’iniziativa – ha sviluppato un intervento critico nei confronti del nuovo governo e fortemente caratterizzato su una posizione di opposizione, in difesa delle conquiste sociali, dei diritti civili e della pace. Forte è stato l’invito alla partecipazione alla manifestazione per la Pace del 5 novembre a Roma.

Un intervento che si muove sul piano internazionale per il superamento dell’unilateralismo americano, individuando nella Cina un attore importante del nuovo ordine e precisando di come si sia in presenza di due Europa, quella dei fondatori messa in scacco dall’iniziativa degli Usa e quella degli ex Paesi dell’est, braccio armato contro la Russia e la Germania.
Un intervento che ha sottolineato la crisi democratica che caratterizza molti Paesi a capitalismo maturo e in maniera particolare l’Italia, dove la dimensione finanziaria e la crisi della politica e dei sistemi maggioritari recide drammaticamente il rapporto con la stessa democrazia rappresentativa di stampo liberale.

L’assemblea si è conclusa con la costituzione del Coordinamento 2050, civico, ambientalista e di sinistra che si svilupperà a partire dai contenuti emersi nella iniziativa e che si articolerà anche nei territori. Un’iniziativa positiva perché è giusto ed utile puntare su un più stabile e coerente posizionamento a sinistra del M5s: se questo succederà il polo progressista del sistema elettorale italiano non potrà che costituirsi intorno al partito di Conte.
Il Pd, finché resta nell’attuale configurazione, è del tutto inservibile a questo scopo; al suo interno restano tuttavia ancora imprigionate forze di sinistra che, liberandosi, potrebbero acquisire un ruolo importante.

È necessario dare rappresentanza politica alla maggioranza sociale che è contro la guerra e per il Lavoro, contro finanza e rendita immobiliare. Reddito di cittadinanza universale, salario minimo orario, ripristino dell’articolo 18 – e legge sulla rappresentanza sindacale – ed estensione di diritti a prescindere dalla tipologia contrattuale, sono i punti decisivi della proposta e delle necessarie mobilitazioni, assieme ad un sistema economico che ripristini mercato interno ed economia mista contro la terziarizzazione debole basata sul turismo e ristorazione.

In questa rappresentanza, a mio avviso, il partito di Conte è un elemento imprescindibile e positivo. La presenza di Conte nella piazza della Cgil è una scelta di campo importantissima. Il M5Stelle non copre e – dà risposte – da solo al bisogno di sinistra del lavoro che manca nel nostro Paese, e l’intervento di Conte è stato di grande onestà intellettuale e di disponibilità politica al riguardo (ancor più netto quello di Domenico De Masi). Sono importanti la stessa Unione popolare, Sinistra Italiana, la parte – significativa – di Articolo 1 che ha scelto di non rientrare nel Partito democratico: ma soprattutto quel che c’è ma non trova rappresentanza di quadri sociali politici e sindacali diffusi in tutto il territorio nazionale.

Le cose che sono state dette nella giornata di sabato – compreso il discorso di Conte – sono molto utili per costruire gli assi portanti di un’opposizione parlamentare e sociale, anche se non esauriscono – né lo potevano – l’intera tematica.
Una iniziativa importante per provare a dare una risposta di cultura politica e di pratica organizzativa anche ad un’altra questione di fondo: come ricostruire una – o la – sinistra nel nostro Paese come in tutti gli altri Paesi europei.

Nelle mobilitazioni popolari per la Pace e contro il carovita sarebbe auspicabile e positivo un processo di riaggregazione molecolare che dia casa, dentro un Polo comune e condiviso, ai tanti e tante senza partito. Con generosità e disponibilità, con umiltà e determinazione.
Una pratica politica tesa nella sua azione a migliorare da subito le condizioni materiali di chi lavora, di chi è precario disoccupato, cassintegrato, a nero. Solo così si potrà recuperare una connessione sentimentale con la classe più numerosa e più povera, che diserta le urne quando non vota a destra e che senza prospettive implode in se stessa. Che riconnetta, insomma, ideologia e storia con rappresentanza di classe e pratiche di massa. Senza la spocchia degli ottimati e della supremazia antropologica della sinistra rispetto a chi vota a destra del popolo perché abbandonato e tradito da troppa se-dicente sinistra.
Una forma associativa su basi di massa che intrecci analisi e pratica sociale nel cuore dello scontro sociale e politico è la proposta e la forma giusta e necessaria per l’oggi.
Inclusività e radicalità (anche rispetto alle risposte da dare alla crisi ambientale).
Il pane e il salame per far tornare a fiorire le rose e poterne godere ed apprezzare il profumo.
Proviamoci, è necessario e ne vale la pena.

L’autore: Maurizio Brotini è componente della Segreteria confederale Cgil Toscana