Un politico coerente, indipendente, coraggioso. La figura dell'autore di "Marcia su Roma e dintorni” viene riproposta nel saggio dello storico Agostino Bistarelli. Che sarà presentato il 28 ottobre a Roma alla Casa della memoria e della storia

Emilio Lussu nella sua lunga vita è stato un protagonista della storia d’Italia del Novecento (nasce ad Armungia in Sardegna nel 1890 e muore a Roma nel 1975) ed ha continuato ad esserlo anche durante i 14 anni di esilio, dal momento della sua clamorosa fuga dall’Isola di Lipari (1929) fino al rientro in Italia, alla caduta del fascismo (1943).

Agostino Bistarelli, con il libro uscito di recente, Emilio Lussu. La storia in una vita (L’Asino d’oro edizioni 2022) ne ricostruisce dettagliatamente la vita e il pensiero attraverso le varie fasi sia private sia pubbliche, sempre strettamente legate l’una all’altra. Scorrendo la sua vita, si intravedono con chiarezza anche i nodi irrisolti della storia nazionale mentre, scrive l’autore, le caratteristiche di Lussu sono: «La sua estrema avversione al trasformismo, il suo considerare la politica e il potere come un servizio, l’originalità del suo essere a sinistra».

La nascita e l’infanzia in Sardegna, gli studi liceali e universitari, poi ufficiale in trincea durante i quattro anni della Prima guerra mondiale, Emilio Lussu è stato il fondatore del Partito sardo d’azione il 17 aprile 1921, in cui convoglia l’esperienza sociale e politica maturata in trincea, insieme ai suoi soldati della Brigata Sassari. Dalla situazione più disumana si sono cementati in lui sentimenti umani di solidarietà e fiducia che sfoceranno nella fondazione del partito in cui vengono coinvolti gli ex combattenti, insieme ai contadini e pastori. Sullo sfondo, arrivano dalla Russia gli echi della rivoluzione alla quale, pur non aderendo, il politico sardo guarda con interesse; il nuovo partito, come anche Piero Gobetti e Antonio Gramsci riconosceranno, nasce dal basso, su base autonoma e regionale, si impone a livello nazionale, riuscendo a far eleggere quattro parlamentari, tra cui Emilio Lussu.

Il suo ingresso in Parlamento toglie a Mussolini il primato di portavoce degli ex-combattenti e infatti la Sardegna sarà l’ultima regione a cedere di fronte al fascismo, complici le violenze, di cui lo stesso Lussu sarà vittima. Bistarelli prosegue con la formazione dell’antifascismo, la condanna alla prigione ed al confino dopo un processo ingiusto, la straordinaria fuga da Lipari – uno degli atti più audaci contro il regime – gli anni intensi e difficili dell’esilio, durante i quali deve curarsi per i gravi danni fisici subiti nelle carceri; ma sono anche gli anni in cui conosce e comincia il sodalizio con una donna eccezionalmente coraggiosa come Joyce Salvadori.

Joyce ed Emilio Lussu durante il 3° Congresso dell’Anpi, Roma, 27 giugno 1952

Lussu aveva fondato a Parigi il Movimento liberal-socialista Giustizia e Libertà con Carlo Rosselli e dopo il feroce assassinio di quest’ultimo insieme al fratello Nello da parte della cagoule francese, organizzazione armata dell’estrema destra, legata ai servizi militari italiani, ne assume la guida. Le condizioni sono difficili anche per le scarse possibilità di collegamento tra fuoriusciti in esilio e coloro che sono rimasti in Italia, essendo assoggettati i primi sia alle spie nei Paesi stranieri sia all’Ovra e, infine, per le diversità insite nelle varie formazioni politiche che compongono il mondo dell’antifascismo.

Destinatari della biografia ricostruita da Bistarelli sono le ragazze i ragazzi nati nel nuovo millennio per i quali la cultura politica di Emilio Lussu, che nasce dall’individuo per arrivare alla collettività, può rappresentare una chiave di lettura per chi si troverà a fare, domani, le proprie scelte. Il libro ha partecipato all’anteprima del Festival Premio Emilio Lussu che si è svolto recentemente a Cagliari. Nata nel 2014, uno degli obiettivi della manifestazione è proprio promuovere e far conoscere, soprattutto alle giovani generazioni, l’opera e la vita di Emilio e Joyce, attraverso convegni internazionali con la partecipazione di studiosi di diverse università italiane ed europee.

Il premio alla carriera è stato attribuito quest’anno allo scrittore Paco Ignacio Taibo II che con il suo impegno sociale e politico, la sua onestà intellettuale, è in sintonia con l’universo lussiano. Nell’edizione di quest’anno è stato presentato, da parte dell’onorevole Valdo Spini, il testo di Lussu Diplomazia clandestina mettendo in evidenza l’impegno di Emilio e Joyce Lussu che, dopo l’invasione della Francia da parte della Germania e l’entrata in guerra dell’Italia, si rivolgono al Regno Unito, l’unico Paese che in quel momento non era nell’orbita nazifascista, per avviare trattative diplomatiche.

È un percorso coraggioso, complicato e pieno di insidie; ma per Lussu è fondamentale per organizzare sul territorio italiano la lotta contro il fascismo e perché, una volta finita la guerra, pur se dichiarata dallo stesso governo italiano con il sostegno che durava da venti anni della monarchia sabauda, venga riconosciuta all’Italia una posizione autonoma e non secondaria nel panorama europeo. Anche se i risultati sperati, come l’ipotesi dello sbarco in Sardegna, attraverso la Corsica, facendo affidamento sulle forze antifasciste sarde, non vengono raggiunti, aver stabilito contatti con la diplomazia internazionale, da parte di un personaggio noto all’estero come Lussu, rappresenta un significativo segnale della presenza dell’antifascismo italiano.

La fama di Lussu era stata preceduta dal successo ottenuto dalla trilogia di libri che aveva scritto, nella lingua dei Paesi che lo ospitavano, pur non attribuendosi mai la qualifica di storico o di letterato e che avranno un grandissimo successo. Infatti, dopo solo un anno dalla fuga di Lipari, pubblica La catena, dove parla anche delle condizioni dei confinati (1930), nel 1932 Marcia su Roma e dintorni dove lo stesso Lussu vuole «raccontare gli avvenimenti politici (…) così  come personalmente (…) vissuti», lui che è della stessa generazione del fascismo «… per far capire il fascismo, l’antifascismo e la stessa civiltà italiana».

Nel 1938 pubblica Un anno sull’altipiano dal quale il regista Francesco Rosi trarrà un film fortemente antimilitaristico dal titolo Uomini contro. Durante l’esilio scrive anche il bellissimo Il cinghiale del diavolo dove racconta la sua esperienza di bambino e ragazzo, che forse, per l’intimità del racconto, deciderà di pubblicare solo molti anni dopo.
Non è per fortuna o casualità se le intuizioni di Lussu si rivelano giuste, mentre è profondamente vero il suo spessore di persona e di politico come scrive l’autore e cioè «la sua capacità di individuare il criterio di scelta individuale per affrontare le emergenze; la sua critica coerente alle furbizie e ai sotterfugi, la denuncia delle ipocrisie politiche; l’esempio dato per rimuovere le macerie delle guerre e del fascismo e per costruire un futuro migliore e più giusto».

Con riferimento ai rapporti internazionali tenuti da Lussu, è interessante un brano della lunga intervista inserita nel libro di Bistarelli, rilasciata dal professor Pietro Clemente, antropologo e docente presso l’Università di Firenze, che ha frequentato da giovane studente Emilio e Joyce Lussu. Incontro di cui ricorda l’insistenza dell’ormai anziano politico «… di guardare i fatti internazionali [che] non sono mai come sembrano; era l’Emilio Lussu di Diplomazia clandestina, anche degli scritti delle sue esperienze, perché quando lui viveva in Francia ha conosciuto personaggi dei servizi segreti di tanti Paesi europei e ha imparato a diffidare di persone che ci giocavano dentro, e quindi suggeriva sempre di immaginare i retroscena della politica internazionale. E lo faceva con il suo stile garbato, parco di parole ma essenziale, come il suo modo di vivere».

In realtà tutta la vita di Lussu rende immediato il confronto con l’attualità, spesso mitigato dalla sua ironia, non per interrompere il filo del racconto, anzi al contrario stimola il desiderio di non rinunciare mai e di continuare a combattere per quello che si ritiene giusto. L’autonomia, uno degli aspetti più interessanti della sua politica, nasce dall’essersi formato in una collettività montanara di contadini-pastori, «senza classi e senza Stato…» che lo porta al rispetto di tutte le minoranze mentre ribadisce che la dimensione collettiva si può trovare solo partendo dall’individuo, anche al fine di consentire la partecipazione di tutti i cittadini alla vita dello Stato. Questi valori saranno difesi senza cedere mai anche nell’ultima parte della sua vita come Costituente e parlamentare nella Repubblica che ha contribuito a costruire; sarà uno dei più strenui oppositori all’inserimento dei Patti Lateranensi nella Costituzione anche se ancora una volta dovrà vedere la sua posizione soccombere; ma il suo laicismo sarà rivendicato in tutta la sua vita da parlamentare e nell’intervista rilasciata a Gianni Bosio pubblicata dalla rivista Il de Martino, dirà di se stesso: «Sono arrivato nella mia vecchiaia ad avere una coscienza che considero rivoluzionaria».

L’appuntamento Il libro di Agostino Bistarelli Emilio Lussu. La storia in una vita (L’Asino d’oro edizioni) viene presentato a Roma il 28 ottobre (ore 17.30) presso la Casa della memoria e della storia (Sala conferenze, Via San Francesco di Sales 5). Con l’autore intervengono Bianca Lami, Anna Balzarro, Sonia Marzetti e Andrea Ricciardi