Qualcuno che gira con diecimila euro in contanti nel borsello non è un povero. Partiamo da qui, almeno per evitare di apparire scollegati dalla realtà di un Paese in cui la retribuzione globale annua (Rga) media si aggira intorno ai 30.000 euro, mentre la retribuzione annua lorda (Ral) media è pari a circa 29.500 euro (circa 1.700 euro netti al mese). Diecimila euro non li vedranno mai tutti insieme i 5,6 milioni di poveri nel nostra Paese (di cui 1,4 milioni sono bambini) che aspirano ad avere il problema di scegliere con quale modalità pagare visto che pagare rimane il loro insormontabile problema.
Qualcuno dice che la prima mossa del governo Meloni abbia a che fare con la “libertà”. Anche questa teoria è fragile. Basterebbe misurare le due urgenze: è più urgente dare “la libertà” di scegliere se pagare in contanti, in elettronico, con sesterzi o con il baratto o è più urgente trovare una soluzione perché tutti paghino ciò che si deve? Il governo ha scelto. L’ha scelto, si badi bene, come primo atto di un governo che arriva mentre le bollette stanno scarnificando le imprese e le famiglie, lo ha scelto mentre i salari da fame stanno sbriciolando i progetti e le speranze, lo ha scelto mentre la crisi climatica aumenta i pericoli e i costi per i cittadini, lo ha scelto mentre una guerra continua a bruciare alle porte dell’Europa. Questione di priorità, semplicemente.
Il governo Meloni, per mano del suo ministro all’Interno Piantedosi e del suo ministro alla Salvinità Matteo Salvini, ha messo nel mirino come primi nemici le navi delle Ong nel Mediterraneo. L’ha fatto nel momento in cui i morti si moltiplicano (tra bambini bruciati e bambini annegati) e lo fa insistendo con una violazione delle convenzioni internazionali, soprattutto quelle che riguardano la sicurezza in mare, la Convenzione di Amburgo e la Convenzione di Ginevra sui rifugiati e i richiedenti asilo. «Non si capisce quale sia la fonte giuridica che utilizza per ventilare un illegale e illegittimo blocco di navi che hanno soccorso naufraghi e che chiedono un Place of safety, come prevede la Convezione di Amburgo, che è molto chiara e non parla di bandiere, ma semplicemente di obbligo del soccorso», ha spiegato ieri all’Adnkronos Luca Casarini, capomissione di Mediterranea saving humans. Era una priorità? Evidentemente sì.
La prima proposta di legge depositata dalla maggioranza è quella di Maurizio Gasparri per scassare la 194. La ministra nominata alla Famiglia (e Natalità) è un’antiabortista fuori dal tempo e fuori dalla realtà che nelle sue prime interviste ha ribadito la propria idea provando a rassicurare (male) che i diritti delle donne non verranno toccati specificando però che l’aborto non lo ritiene un diritto. Era una priorità del Paese? Evidentemente sì.
In compenso ieri è stato bollato come “ideologico” l’intervento in Senato di Roberto Scarpinato, storico magistrato antimafia e ora capogruppo del Movimento 5 stelle, che ha semplicemente ricordato che questo governo si regge sui voti di un leader di partito (Silvio Berlusconi) che ha pagato per anni Cosa Nostra e che ha avuto come braccio destro un ex senatore (Marcello Dell’Utri) condannato in via definitiva per essere stato “l’anello di congiunzione tra Berlusconi e la mafia”. Ideologico, hanno detto.
Non c’è molto da capire. Qui non siamo più nel campo dei propositi. Stiamo ai fatti. Questo è.
Buon giovedì.