L’abbiamo già scritto e sta riaccadendo, ancora. Sulla legge di Bilancio la tattica del governo Meloni è sempre la stessa usata fin dai tempi dell’opposizione: farsi vittime, raccontare un accerchiamento, utilizzare il dissenso generale come medaglia.
Ieri è accaduto che il capo del Servizio struttura economica del Dipartimento Economia e statistica della Banca d’Italia, Fabrizio Balassone, davanti alle commissioni Bilancio riunite (ma sono presenti solo 7 parlamentari) ha criticato i provvedimenti bandiera dell’esecutivo. Sulla flat tax Balassone ha spiegato che «la sussistenza di regimi fiscali eccessivamente differenziati tra differenti tipologie di lavoratori pone un rilevante tema di equità orizzontale, con il rischio di trattare diversamente, in modo ingiustificato, individui con stessa capacità contributiva».
Sui pagamenti elettronici Bankitalia ha detto l’ovvio: «I limiti all’uso del contante, pur non fornendo un impedimento assoluto alla realizzazione di condotte illecite, rappresentano un ostacolo per diverse forme di criminalità ed evasione». Ma va? Non era così difficile. Così come non è difficile capire che «per gli esercenti, il costo del contante in percentuale dell’importo della transazione è superiore a quello delle carte di debito e credito». A meno che, ovviamente, il contante non finisca sotto il cuscino.
Chissà che ne pensano poi, oltre ai partiti del governo, anche quelli del sedicente Terzo polo del fatto che sul reddito di cittadinanza Bankitalia afferma che «una forma di reddito minimo a sostegno delle famiglie più bisognose è presente in tutti i Paesi dell’area dell’euro e in molti di essi presenta carattere di universalità. In questi anni il sussidio ha contributo dapprima a contenere gli effetti negativi dell’epidemia di Covid sul reddito disponibile delle famiglie più fragili e poi a sostenere il potere d’acquisto particolarmente colpito dal recente shock inflazionistico». A meno che, come vedete accadrà, non si voglia semplicemente cambiargli il nome per il gusto della propaganda sulle spalle dei poveri.
La manovra finanziaria è criticata dai sindacati, da Confindustria, dalla Banca d’Italia, dalla Corte dei Conti. Ma dalle parti del governo dicono che «questo è un bene». Il vittimismo del resto prevede che il disaccordo generale verso le proprie azioni indichi un “complotto generale” da abbattere. E continueranno così, fino alla fine. Insistendo come quello che prende l’autostrada contromano e per tutto il viaggio si lamenta di essere circondato da scemi. Fino allo schianto.
Buon martedì.