Dopo un dibattito surreale di giorni interi sulla "libertà di pagare in contanti", Giorgia Meloni e i suoi ministri, sui pagamenti elettronici obbligatori, hanno dovuto fare marcia indietro per gli impegni presi con il Pnrr alla Commissione Ue

Giorni interi buttati via a parlare della mirabolante possibilità di poter evadere qualche decina di euro da parte dei commercianti. Un dibattito surreale in cui la compagine di governo si inventava le più incredibili scuse per giustificare un provvedimento che altro non era che l’ennesimo concime per la cosiddetta “evasione di sopravvivenza” tanto cara alla destra e ai suoi elettori. Pagine intere di editoriali che tiravano in ballo la libertà “di pagare in contanti”, sempre con un pizzico di complottismo contro i “poteri forti” che starebbero tutto il giorno a controllare nella borsa della spesa della persona qualunque di qualche sperduta provincia.

Loro, i commercianti che hanno votato questa destra senza nemmeno sperare che possa concepire una riforma fiscale decente ma semplicemente confidando in regole più lasche da aggirare più facilmente, fieri di poter rifiutare il Pos. E qui altre pagine di giornali e ore di talk show: c’era l’intervista al tassista che esultava come se avesse risolto il problema del Pil nazionale, c’era il barista che fiero mostrava il suo cartello “Pos fuori servizio” e c’erano quei soliti politici amici del caos con gli occhi che brillavano per questo deregolamento padre di tutte le riforme.

Qualcuno, a dire il vero, ha timidamente tentato di rimettere le cose al loro posto. Ha fatto presente che se di una manovra di bilancio l’unico argomento discusso è un tetto di condono per i pagamenti elettronici significa che la politica e la sua analisi sono ridotte veramente male. Agli elettori evidentemente bastava: una “decisione fortemente simbolica” spiegavano gli appassionati fan di Giorgia.

Poi ieri è accaduto che Giorgia Meloni tra i denti ha fatto marcia indietro. L’obbligo di accettare pagamenti elettronici «è un obiettivo del Pnrr e quindi lo stiamo trattando con la Commissione», ha ammesso la premier lasciando Palazzo Madama dopo il concerto di Natale. «Se non ci sono i margini ci inventeremo un altro modo per non fare pagare agli esercenti le commissioni bancarie sui piccoli pagamenti». Commissioni, tra l’altro, che sulle micro operazioni sono già azzerate. Il governo è in un cul de sac: ha impostato una narrazione bugiarda e ora non può permettersi di dire “troveremo un altro modo per farvi evadere comodamente” così si ributta sulla questione delle commissioni bancarie.

Così anche la scelta “altamente simbolica” è decaduta. Anche in questo caso Giorgia Meloni e i suoi ministri non hanno “sfidato l’Europa” ma si sono dovuti rimettere a cuccia. Un capolavoro: discutere di un’inezia per nascondere il quadro generale e non riuscire a ottenere nemmeno quella.

Buon lunedì.

Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.