Di cosa ci occupiamo nel nuovo numero di Left:
In copertina l’inchiesta esclusiva sull’accordo “segreto” dell’Inps con la Caritas.
Welfare in subappalto. Tutti i dettagli di un’operazione da 200 milioni l’anno che esclude i patronati e i caf dei sindacati e associazioni datoriali dall’erogazione di indennità e sussidi ad anziani e poveri, in favore dell’organismo pastorale della Conferenza episcopale.
Nelle casse della Chiesa italiana arriva un ulteriore fiume di denaro che si somma ai 6,7 miliardi l’anno incassati sotto forma di finanziamenti pubblici, stipendi e pensioni ai cappellani militari, 8permille, fondi alle paritarie e altre prebende
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Mentre l’informazione italiana (a differenza di quella internazionale) è concentrata da giorni in maniera apologetica sulla morte di Joseph Ratzinger, il nuovo numero di Left si occupa della Chiesa cattolica approfondendo un aspetto inquietante e pressoché ignorato. Quello delle profonde ramificazioni ecclesiastiche in uno dei pilastri del nostro welfare: la gestione, ben remunerata, dell’assistenza ad anziani, poveri e persone emarginate.
Chiesa cattolica S.p.a. è il titolo della storia di copertina che si apre con un’inchiesta di Carla Corsetti, Federico Tulli e Lorenzo Fargnoli «sullo sconcertante accordo dell’Inps con la Caritas, che consegna a questa onlus, diretta emanazione della Cei, la gestione praticamente esclusiva nei quasi 8mila Comuni italiani, dell’erogazione di indennità e sussidi in favore di oltre 5 milioni di persone», scrive la direttrice Simona Maggiorelli nell’editoriale del mensile.
Questo progetto di subappalto surrettizio del welfare esclude, senza informarli, i patronati e caf “laici” titolari storici di queste attività e rappresenta per la Chiesa un “affare” da 200 milioni di euro l’anno. Un fiume di denaro che, come ricostruisce Roberto Grendene (segretario Uaar) nella seconda inchiesta di copertina, si somma ai circa 6,7 miliardi annui che la Chiesa già incassa dai contribuenti italiani sotto forma di finanziamenti pubblici statali, regionali e comunali, pensioni ai cappellani militari, stipendi ai religiosi nelle corsie d’ospedale, 8permille, esenzioni e contributi.
A ciò si aggiungono anche i fondi alle scuole paritarie, mai così alti come quelli stanziati dal governo Meloni. «In tutto – continua Simona Maggiorelli – sono ben 48 le voci di spesa, ma sarebbe più corretto dire le prebende, sottratte al welfare laico e donate alla casta clericale».
La storia di copertina si completa con un articolo del saggista Raffaele Carcano (già segretario Uaar) sull’inarrestabile processo di secolarizzazione in Italia (dove in 25 anni è triplicata la percentuale di non credenti) e nel mondo non solo occidentale (basti pensare alle rivolte dei giovani in Iran, Afghanistan e Turchia).
Sempre in copertina il sociologo Marco Marzano commenta il deludente risultato della prima indagine sulla pedofilia commissionata dalla Conferenza episcopale:
«Per la Chiesa italiana la svolta in questa lotta non può certo arrivare da un’inchiesta del genere», dice Marzano. «La Chiesa dovrebbe mettere radicalmente in gioco la cultura che nega la sessualità e l’affettività. Si dovrebbe quindi affrontare il nodo della formazione clericale e soprattutto il punto cardine che ruota intorno al celibato obbligatorio».
Infine, una nuova puntata del “caso Rupnik” che grazie al nostro scoop di inizio dicembre è diventato di dominio pubblico mondiale. Questa volta, avvalendoci delle riflessioni della psichiatra e psicoterapeuta Irene Calesini, ci occupiamo delle violenze e degli abusi di potere che hanno sconvolto la vita di molte suore della Comunità Loyola, alcune delle quali costrette a fuggire «per sottrarsi dalle dinamiche settarie».
La Comunità Loyola è la stessa in cui negli anni Novanta il religioso gesuita, artista e teologo di fama internazionale, Marko Rupnik, fu accusato di violenze sessuali e per questo allontanato dal vescovo di Lubjana (mantenendo segreto il motivo, in accordo con i vertici della Compagnia di Gesù e con la fondatrice della Comunità Loyola).
Il rifiuto del sistema patriarcale e fondamentalista religioso, della sua logica e delle sue violenze avvicina in questo particolare momento storico l’Occidente e il Medio Oriente: ne parlano su Left in due diversi articoli lo scrittore iraniano Kader Abdolah e Chiara Volpato, autrice di Psicosociologia del maschilismo, a colloquio con la psichiatra e psicoterapeuta Annelore Homberg.
Negli Esteri, un reportage di Valerio Giacoia dalla Costa degli schiavi, nel Benin, ricorda la ferita mai rimarginata, causata dalla deportazione per secoli di milioni di persone sulle navi negriere; mentre il capodanno berbero – la festa degli “uomini liberi” – è l’occasione per approfondire con Vermondo Brugnatelli e Sara Outamamat la storia e la cultura ma anche per accendere i riflettori sulla lotta incessante del popolo berbero per il riconoscimento dei propri diritti, che in Algeria è soffocata con condanne a morte ed ergastoli dei militanti pacifisti del Mak.
Il numero si chiude con un articolo del fisico Angelo Baracca che smonta la bufala della «svolta storica del nucleare», così come per giorni è stata definita da tutta la stampa mainstream sempre pronta ad esaltare acriticamente tutto ciò che accade negli Stati Uniti.
Le rubriche di questo mese sono a cura di: Luigi de Magistris, Filippo La Porta, Manlio Lilli e Giusi De Santis. Illustrazioni di Fabio Magnasciutti
Buona lettura!