L’ossimoro è una figura retorica consistente nell’accostare, nella medesima locuzione, parole che esprimono concetti contrari, e dunque è un ossimoro inserire in una sola locuzione il cattolicesimo e la gratuità delle attività svolte.
“Gratis et amore Dei” è una locuzione che non può essere mutuata nelle istituzioni cattoliche, perché nel cattolicesimo nulla è gratis.
L’Avvenire, organo di stampa della Conferenza episcopale italiana, ovvero il Consiglio dei ministri dello Stato extracomunitario del Vaticano, un quotidiano che ha un capitale sociale di 6 milioni di euro e che gode anche dei finanziamenti pubblici (la prima rata 2022 è stata pari a 2.711.246,31 euro), ha negato l’esistenza di un accordo milionario tra la Caritas e l’Inps sostenendo che “Inps per tutti”, ovvero la convenzione stipulata tra i due enti, sia in effetti un accordo a costo zero perché nelle casse della Caritas non saranno versati, in via diretta, i soldi dell’Inps. Pertanto l’inchiesta di Left che svela gli aspetti inquietanti di questo accordo, a loro dire è una fake news.
Eppure nei due articoli dell’inchiesta pubblicata sul numero di gennaio 2023 non è mai stato sostenuto che i soldi dell’Inps sarebbero andati direttamente nelle casse della Caritas, perché l’articolazione del privilegio denunciato è decisamente più complessa e investe un secondo accordo tra Caritas e patronati Acli.
Di questa intesa di secondo livello ovviamente su Avvenire non se ne parla, anche se non hanno potuto fare a meno di scrivere che «l’accordo quadro nazionale non ha valore sui singoli territori» e che «a livello locale basta contattare l’Inps provinciale per verificare che il progetto sia attivo e chiedere di poter aderire».
Il privilegio sotteso all’accordo è tutto qui. Nessuno ha mai affermato che nelle casse della Caritas nazionale sarebbero arrivati in via diretta i soldi dall’Inps, mentre le realtà territoriali, ovvero i patronati Acli che hanno stipulato accordi con le Caritas provinciali, con le diocesi e altre istituzioni cattoliche, in forza ed in virtù dell’accordo quadro nazionale, potranno godere del privilegio di stipulare intese con gli istituti Inps provinciali e avere dunque corsie preferenziali e privilegiate per gestire l’assistenza, in barba agli altri patronati che non hanno un identico accordo quadro.
L’accordo quadro si sostanzia in un accordo tra due enti con cui si stabiliscono a priori i termini e le condizioni per futuri contratti, si stabiliscono le tipologie dei servizi e le procedure, si accorpano in una sola procedura una serie di prestazioni predefinite, e saranno poi gli enti territoriali a beneficiarne, in una diffusione capillare che l’accordo quadro ha già previsto.
È un po’ come quando il Vicariato di Roma – un ente che sovrintende a tutte le parrocchie della città – in occasione del passaggio dalla lira all’euro aveva inviato a tutte le parrocchie una circolare in cui indicava il cambio di prezzi da praticare in occasione della celebrazione di un rito: «L’ obolo per la celebrazione di una messa, che prima era di sole 15.000 lire, passa a 10 euro (19.363 lire). L’ offerta massima per un matrimonio, che prima era di 450.000 lire, aumenta a 270 euro (523.000 lire)».
Era chiaro a tutti che i soldi guadagnati con matrimoni e funerali non sarebbero stati erogati in favore del Vicariato di Roma, ma sarebbero rimasti nelle mani dei singoli parroci che esercitavano in via diretta il mercimonio.
Il quotidiano dei vescovi smentisce cose che non abbiamo scritto pur di spostare l'attenzione dal vero "bersaglio" della nostra inchiesta sul progetto Inps per tutti. Ecco la nostra risposta