Con 157 voti favorevoli, nessun astenuto e nessun contrario, il Senato ha approvato la ricostituzione della “Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza”, organismo fortemente voluto, nella scorsa legislatura, dalla senatrice a vita Liliana Segre. Pubblichiamo qui il suo intervento in Aula di giovedì 19 gennaio, con il quale ha motivato l'importanza di proseguire sulla scia del lavoro fatto

Care colleghe, cari colleghi,
quella di oggi è una seduta importante del Senato della Repubblica. Una seduta che ci vede impegnati nella discussione ed approvazione della mozione che istituisce anche per questa legislatura la Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza.

Abbiamo svolto un lavoro utile e proficuo la scorsa legislatura. Abbiamo approfondito ed analizzato aspetti fondamentali di una delle questioni più importanti e sensibili del nostro tempo: la diffusione dei social media e il rischio, purtroppo sempre incipiente, di favorire la diffusione anche dello hate speech e di campagne mirate alla discriminazione, al pregiudizio, alla diffusione tossica di fake news.

I lavori della Commissione nei mesi scorsi sono andati avanti in modo proficuo e partecipato, con decine di audizioni ed approfondimenti. Si sono infine conclusi con l’approvazione alla unanimità di un Documento che riassume il senso complessivo del nostro lavoro e dà utili indicazioni per l’impostazione dell’attività che resta ancora da fare.
Perché da fare resta ancora molto. Sia a livello di approfondimento dei temi, sia per favorire una nuova produzione legislativa, che si armonizzi con le novità importanti nella normativa europea, che noi abbiamo sempre seguito e sostenuto con particolare attenzione.

Nel luglio scorso, il Parlamento europeo ha approvato a larghissima maggioranza la nuova legge sui servizi digitali (Dsa) e la legge sui mercati digitali (Dma), leggi che affrontano gli effetti sociali ed economici del settore tecnologico, in sostanza delle grandi piattaforme social, stabilendo regole chiare per le modalità di funzionamento e di fornitura dei servizi.

Tutte questioni evidentemente di rilevante valore economico, ma anche valoriale, da cui ne va della qualità della nostra vita civile e quindi delle nostre democrazie. Non a caso da alcuni anni si è cominciato a parlare di “algoretica” cioè di etica degli algoritmi; il fine di questo nuovo campo di ricerca è proprio contribuire a regolare l’attività delle grandi piattaforme social sulla base di valori e diritti irrinunciabili per tutti i cittadini e le cittadine dell’Unione europea, ma poi ovviamente per tutti gli esseri umani.

Ma dunque la mozione che oggi siamo chiamati a discutere ed approvare riguarda questioni cruciali come la libertà di espressione e la tutela della dignità della persona; due esigenze che, come numerose audizioni svolte la scorsa legislatura ci hanno ricordato, non sono alternative ma complementari. Perché certo non ci può essere libertà di espressione senza rispetto dell’altro, della libertà altrui di essere e di esprimere la propria personalità in un ambiente, virtuale e reale, libero da aggressioni e discriminazioni. Libertà e dignità, insieme.

A partire da questi punti fermi politici, documentali e di civiltà dobbiamo immaginare la ripresa dei lavori della Commissione antidiscriminazioni anche in questa legislatura.
La nostra bussola dovrà essere come sempre la Costituzione repubblicana, che proprio in questo gennaio 2023 celebra il 75° anniversario dell’entrata in vigore.

Anche stavolta infatti il lavoro di scavo e conoscenza in materia di discorsi d’odio dovrà svolgersi recuperando in pieno lo spirito e i valori della nostra Carta fondamentale, ma con l’impegno anche ad attuarla, a promuovere leggi d’inclusione, ad estendere diritti sociali e civili.

Tutto questo però avendo sempre chiara consapevolezza, in quanto parlamentari e rappresentanti della Nazione, che esiste anche un nesso tra malessere sociale e utilizzo dei discorsi d’odio. E che si tratta di qualcosa che impatta direttamente sul senso e sul lavoro di una Commissione come quella che ci accingiamo a votare.

In questi mesi di passaggio dalla XVIII alla XIX legislatura sono accadute cose importanti con riferimento ai temi d’interesse della Commissione. E sono accadute su scala generale, internazionale. C’è stata infatti negli ultimi mesi del 2022 una grave crisi dell’universo dei social, del sistema cioè che ha cambiato il nostro modo di comunicare, informarci, comprare, vendere, garantire la sicurezza e la privacy. Ebbene in questo mondo ci sono state decine di migliaia di licenziamenti di lavoratori e manager, un processo di crisi che ha investito media quali Meta e Twitter, ma anche realtà globali come Amazon o Uber. Si tratta di una crisi seria, profonda, preoccupante. Se non certo la fine dei social media e della diffusione online, come qualcuno ha detto, sicuramente un passaggio cui guardare con attenzione e senso di responsabilità.

Tutto questo dovrà necessariamente riguardare anche la Commissione che ci accingiamo a ricostituire. Perché il fatto che le grandi piattaforme vivano un periodo di difficoltà e cambiamento ha effetti diretti sui milioni di messaggi che circolano in rete, sulla loro quantità e anche però qualità. I discorsi d’odio infatti conoscono sempre un’impennata nei momenti di crisi. Di crisi economica e sociale, interna e internazionale. In questi periodi infatti la crescita delle tensioni e del risentimento può spingere le piattaforme a una minore attenzione all’opera di contrasto di forme di discorso d’odio che comunque attirano e trattengono utenti.

Analizzare dunque lo status dei maggiori media ed i rischi connessi al fatto che le grandi piattaforme possano venire meno ai doveri di contrasto e rimozione tempestiva dei discorsi d’odio dovrà essere uno dei campiti, io credo, della nuova stagione di lavori della Commissione antidiscriminazioni.

Per questo insieme di ragioni, che definirei di natura strategica, credo che sia utile e opportuno ricostituire anche nella XIX legislatura la Commissione anti-discriminazioni.

Care colleghe e cari colleghi, dalla mozione che ci troviamo ad approvare conoscete tutti i particolari per la costituzione della Commissione e per la migliore organizzazione dei lavori. Quello che tengo a dire alla fine di questo mio breve intervento è che considero ancora oggi, come quattro anni fa, di grande momento le ragioni a sostegno di una Commissione per la lotta ai discorsi d’odio e ad ogni forma di discriminazione.

Nella mia veste di Presidente della Commissione della scorsa legislatura mi sono battuta perché i lavori avessero una conclusione unitaria e condivisa e che il documento finale fosse approvato all’unanimità. Quel risultato alla fine fu raggiunto e quello spirito mi auguro vivamente venga recuperato oggi.

È di grande significato infine che questa nostra votazione si tenga nell’imminenza del prossimo 27 gennaio, Giorno della memoria. Molto più infatti di tante celebrazioni che rischiano di apparire rituali, la ricostituzione di una Commissione che accoglie nel suo stesso statuto i valori della difesa della dignità delle persone e della promozione del rispetto delle minoranze, attraverso la concreta prevenzione delle campagne di odio e pregiudizio, rappresenta un segnale importante e positivo. L’approvazione della nostra Commissione sarà così il modo migliore per onorare il Giorno della memoria.

* In alto, un frame della diretta video della seduta del Senato del 19 gennaio 2023