L'impegno della Sinistra ecologista per il Lazio: costruire una Regione di pace, un porto sicuro, un territorio aperto, che sappia accogliere chi fugge da guerre, dittature e carestie

Sono passati ormai più di tre mesi dall’inizio delle mobilitazioni che hanno dato nuova linfa alla coraggiosa resistenza del popolo iraniano.
Tre mesi in cui il regime ha drammaticamente inasprito la repressione di un popolo innocente, reo di esercitare il proprio diritto a resistere contro i soprusi della dittatura che durano da 44 anni. Giorno dopo giorno i manifestanti rischiano la vita tra processi sommari, esecuzioni e atti di violenza ingiustificata.
Giorno dopo giorno le donne continuano a lottare per smantellare l’apartheid di genere ed eliminare la sharia che vige Teheran.

È lì che deve essere rivolto il nostro sguardo per non restare impassibili davanti alle ingiustizie e condannare con fermezza ogni forma di sostegno al regime di Khamenei.
Lo dobbiamo a Masa, a Masooumeh, a Keyvan, alle oltre 400 persone che hanno perso la vita per la libertà.
È con questa convinzione che abbiamo manifestato sotto l’ambasciata iraniana dentro la sfida di questa nostra campagna elettorale regionale nel Lazio.
Cosa c’entra la corsa alle regionali, in cui sono impegnato in prima persona con la lista Verdi e Sinistra, con l’Iran?
Perché un collettivo di donne e uomini, oggi chiamati in prima persona a fronteggiare l’avanzata delle destra a Roma e nel Lazio, hanno deciso di mobilitarsi per chiedere subito pace e giustizia in Iran e a tutte le latitudini in cui si sviluppano e insistono guerre e privazioni?

Siamo convinti che sia arrivato il momento in cui le forme della politica, ancora meglio, in cui la rappresentanza torni a occuparsi a tutto tondo delle relazioni politiche, ideali e valoriali con le lotte che si sviluppano nel mondo.
Il progetto di Verdi e Sinistra rappresenta oggi per tutte e tutti noi questa straordinaria opportunità: rompere l’isolamento in cui migliaia di esperienze civiche, associative, di intervento sociale sono costrette da anni per ricostruire un vincolo di solidarietà tra tutte e tutti noi, offrendoci lo spazio e lo strumento di un campo comune in cui unire le lotte e metterci in connessione sentimentale con chi reclama pace e giustizia a Teheran, a Kiev, a Gaza, in Latinoamerica. Favorendo la diplomazia dal basso tra l’attivismo e la società civile che si esprime e lotta in qualsiasi regione del mondo.

La nostra battaglia oggi per la Regione Lazio è dentro la coalizione progressista riunita intorno ad Alessio D’Amato, l’unico candidato in grado di contrastare la vittoria della destra. Ma la nostra battaglia, la battaglia di Verdi e Sinistra, è anche quella di costruire una regione di pace e porto sicuro: un territorio aperto, che sappia accogliere chi fugge da guerre, dittature e carestie. Lo abbiamo fatto benissimo negli ultimi mesi con i fratelli e le sorelle che fuggivano a causa dall’invasione russa dell’Ucraina. Dobbiamo continuare su questa strada, quella di una regione unita e solidale che fa della pace e dell’accoglienza un marchio di riconoscimento in Italia, in Europa e nel mondo. La Regione deve essere un ponte di pace favorendo il dialogo tra diversi, per porre fine all’assedio in Ucraina e all’incubo della guerra globale che incombe in Europa. Una regione europea che guarda al Mediterraneo come opportunità per il futuro. Una regione che si candida a svolgere funzioni di pace e di denuncia come nel caso della mattanza del regime iraniano.

E per fare questo serve un’invasione di campo nella politica da parte di tutte e tutti coloro che in questi anni si sono sperimentati nella costruzione di una società più giusta. Abbiamo bisogno di tornare ad occuparci tutte e tutti della dimensione politica comune superando la segregazione che ci siamo imposti tra chi fa pratica sociale e chi è professionista del politicismo. Rompiamo questo accerchiamento, torniamo a praticare solidarietà.
Uniti saremo più forti e daremo gambe a un processo, quello della sinistra ecologista, che va aperto e innervato affinché anche in Italia si affermi un’opzione politica autonoma e indipendente in grado di rappresentare chi non trova voce nelle secche del dibattito interno del Pd o nelle torsioni identitarie del M5s.
A partire anche dagli scenari internazionali, perché siano ben piantate a terra le nostre istanze e vertenze c’è bisogno di una nuova visione globale fondata su un concetto semplice e antico: nostra patria è il mondo intero.

Claudio Marotta è candidato per Verdi e Sinistra alle elezioni regionali del Lazio a sostegno di Alessio D’Amato presidente

In apertura: Manifestazione di solidarietà con la resistenza iraniana, Roma, 3 ottobre 2022 – Foto di Rossella Carnevali