Le parole della ministra della Famiglia che ha presentato le linee programmatiche del suo dicastero rivelano tutta la visione della destra sulle donne e sui loro diritti

Ieri la ministra alla Famiglia, le Pari opportunità e al Ritorno al Medioevo Eugenia Roccella è ripartita all’attacco spiegandoci che «per quanto riguarda la proposta di legge sullo statuto del concepito, sono stata la prima a fare una dichiarazione sul tema, ma comunque autorevolmente l’ha fatta subito il capogruppo di FdI, il senatore Malan, e in tutto il percorso della campagna elettorale la presidente del Consiglio ha più e più volte in modo reiterato dichiarato la posizione del partito e del Governo sulla questione della legge 194», ha detto la ministra.

Varrebbe la pena sottolineare che qualche tonto ci aveva ammonito perché “i diritti non saranno toccati” e aveva additato come allarmisti chi sommessamente aveva segnalato il rischio. Invece siamo qui. Come sottolineano le senatrici del Pd Cecilia D’Elia, portavoce della Conferenza delle donne democratiche e Valeria Valente «la ministra Eugenia Roccella in Senato ha confermato una visione propria della destra, distante anni luce dalla nostra, che continua a vedere le donne esclusivamente come madri e che pensa di combattere la denatalità aiutando le donne sostanzialmente a stare a casa per fare figli».

E ora? Tra le voci giustamente sdegnate di ieri vale la pena sottolineare quella di Anna Pompili, ginecologa e socia fondatrice di Amica-Associazione medici italiani contraccezione e aborto: «C’è un peccato originale in tutta questa storia: quando si parla di aborto si ragiona sempre come se ci fossero due individualità, due soggetti di diritto uguali e contrapposti. Questo – aggiunge – è un falso biologico e una distorsione della realtà. Siamo abituati a pensare al feto come se fosse un individuo contrapposto a una donna e dimentichiamo una cosa fondamentale, la realtà materiale biologica: ossia il fatto che c’è un organismo, un embrione, dentro l’utero di una donna. E non si può quindi pensare di forzare una donna a portare avanti una gravidanza che non desidera, perché è proprio quel legame a darle il diritto e la libertà di decidere. Quando parliamo di diritto all’aborto, dobbiamo tenere presente che non si può vietare l’aborto. Al massimo si può vietare l’aborto sicuro perché, come vediamo nei Paesi in cui non è consentito, le donne che vogliono interrompere una gravidanza lo fanno lo stesso, clandestinamente, con il conseguente aumento del tasso di mortalità da aborto»

«Daremo alle donne il diritto di non abortire» diceva Giorgia Meloni a settembre dell’anno scorso. Qualcuno ha fatto finta di non cogliere il messaggio. Ora eccoci qua.

Buon mercoledì.

Nella foto: frame del video dell’audizione in commissione al Senato della ministra Roccella, 24 gennaio 2023

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.