Se ne sono fregati del sanguinario e illegittimo decreto del ministro dell'Inferno Piantedosi e hanno fatto ciò che contraddistingue l'uomo: salvare gli uomini in difficoltà

Se ne sono fregati del sanguinario e illegittimo decreto del ministro dell’Inferno Piantedosi e hanno fatto ciò che contraddistingue l’uomo: salvare gli uomini in difficoltà. La Geo Barents, nave umanitaria di Medici senza frontiere, ha deviato la sua rotta – nonostante avesse già un porto assegnato – dopo aver ricevuto un’allerta su un’imbarcazione di migranti in difficoltà, ha salvato 61 migranti in zona Sar e poi altre 107 persone pericolanti su un gommone sbrindellato.

“Le autorità italiane sono state avvertite ma al momento non abbiamo ricevuto nessuna risposta”, hanno spiegato da Msf. Dopo questo secondo salvataggio, la Geo Barents “ha continuato a navigare verso la prima segnalazione che aveva ricevuto, in conformità con il diritto internazionale marittimo”, aveva spiegato la ong. La nave dovrebbe arrivare a La Spezia tra sabato sera e domenica. L’aver cambiato la propria rotta andando a soccorrere altri migranti, come raccontato da Msf, sarebbe una violazione delle norme stabilite dal decreto Piantedosi che vorrebbe ridurre a un solo salvataggio per viaggio la possibilità di essere umani. Il fine del decreto è ovvio: lasciare le mani libere ai tagliagole della cosiddetta Guardia costiera libica (che continuiamo a pagare, dopo avere addestrato) e aumentare i costi dei salvataggi. Quanto possa essere meschino rendere economicamente sconveniente salvare vite umane non c’è nemmeno bisogno di spiegarlo.

Piantedosi, come i suoi pari, continua a mentire: “Il naufragio e il salvataggio sono qualcosa di occasionale non di ricerca sistematica che induce alle partenze. La presenza delle ong, guarda caso, fa ripartire i gommoni, non le barche strutturate. Questo è il dato fattuale che registriamo”, aveva detto nei giorni scorsi. Falso, ovviamente. L’effetto calamita delle navi delle Ong è un’invenzione della ferocissima propaganda. Nessun numero la conferma. Se lo ripetono tra di loro provando a convincere quelli fuori. In mare, nonostante i Piantedosi di turno, vale una legge vecchia di secoli e cementata da mezza dozzina di trattati internazionali: chi è in pericolo va tratto in salvo e sbarcato nel porto più vicino e sicuro.

Da Geo Barents arriva anche una denuncia video: “Il nostro team ha assistito oggi all’intercettazione da parte della Guardia Costiera libica di un’imbarcazione in difficoltà in acque internazionali. Mentre ci avvicinavamo per aiutare le persone e portarle in salvo, hanno minacciato di sparare” spiegano. La Ong ha pubblicato un video sui social in cui si sente lo scambio radio tra la nave di soccorso e la motovedetta libica. “Guardia costiera libica, c’è una persona saltata in mare”, dice l’operatore della Geo Barents. “State lontani figli di p******”, intimano dalla motovedetta. E, ancora, “state lontani dall’area o sarete esposti al fuoco”. “Minacciano di sparare”, osservano quindi dalla nave di Msf.

Resistenza, altro che resilienza.

Buon giovedì.

 

 

Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.