Il 2 febbraio a Roma si svolgerà la decima Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, che vedrà la direzione scientifica dell’agroeconomista Andrea Segrè, il patrocinio del ministero dell’Ambiente (e della Transizione Ecologica), dei ministeri della Salute e del Lavoro, di Anci, e di Rai per la sostenibilità, con la media partnership di Rai Radio2. In questa occasione verrà presentato il nuovo report dell’Osservatorio Waste Watcher International relativo al “Caso Italia” 2023, indagine promossa dalla campagna Spreco zero in collaborazione con l’Università di Bologna e Ipsos, dedicata allo spreco alimentare e alle abitudini di fruizione del cibo degli italiani. Come spiegato dal professor Segrè (fondatore della campagna Spreco zero e Direttore scientifico Waste Watcher International) «l’analisi dei dati è essenziale per sensibilizzare sullo sviluppo sostenibile e la prevenzione degli sprechi. Monitorare gli stili di vita e di alimentazione permette di agire concretamente sui comportamenti di consumo e la prevenzione degli sprechi. Ad oggi lo spreco alimentare in Italia supera i 9,2 miliardi di euro se consideriamo solo il cibo gettato nelle case: una stima che sale a 15 miliardi se includiamo il costo dell’energia utilizzata per la produzione. Eppure, sempre in Italia, oltre 2,6 milioni di persone faticano a nutrirsi regolarmente a causa dell’aumento dei prezzi e dei rincari delle bollette e 5,6 milioni di individui (il 9,4% della popolazione) versano in condizione di povertà. Per questo diventa essenziale mettere al centro dell’azione politica la food policy come strategia sociale, economica e di sviluppo sostenibile».
Proprio il 2 febbraio, in concomitanza con la giornata di prevenzione, uscirà al cinema Non morirò di fame, film diretto da Umberto Spinazzola con protagonista Michele Di Mauro; tra gli interpreti anche il celebre volto del cinema polacco Jerzy Stuhr. Si tratta di una co-produzione italo-canadese, firmata La Sarraz Pictures, Rai Cinema e Megafun Productions.
L’opera di Umberto Spinazzola attraverso la piaga dello spreco alimentare intende esplorare il concetto di “recupero”, non solo in relazione al cibo, ma anche nell’ambito degli affetti e dei rapporti umani. Non morirò di fame racconta la storia di uno chef stellato che perde tutto, anche la famiglia, ma cerca di ricostruire la propria vita ricominciando da zero, grazie alla forza che solo un figlio sa dare.
Oltre a raccontare con profondità tematiche come l’elaborazione del lutto e le complessità del rapporto padre-figlia, il film di Spinazzola esplora con sensibilità il fenomeno dello spreco di cibo e le dinamiche insite nel settore della distribuzione alimentare, un business di enormi proporzioni: una catena secondo cui si produce per buttare e si butta per produrre. Questa pratica è dovuta per lo più a ragioni economiche o estetiche. Spesso, infatti, viene gettato via cibo perfettamente sano perché prossimo alla scadenza o esteticamente imperfetto. Una condotta che crea enormi danni da un punto di vista ambientale ed economico. Basti pensare che solo in Europa vengono sprecati 179 chili di cibo pro capite l’anno; ogni anno dunque 18 milioni di tonnellate. Dati che diventano ancora più agghiaccianti, se pensiamo che con gli alimenti scartati si potrebbero nutrire fino a 3 miliardi di persone (dati Crea, 2020).
Non morirò di fame riesce a raccontare questa spaventosa realtà, di cui purtroppo si conosce ancora molto poco, attraverso la storia di Pier (interpretato da Michele di Mauro), un ex chef stellato, ormai caduto in disgrazia ed emarginato, che riscoprirà il suo amore per la cucina, elaborando ricette con ingredienti recuperati dallo spreco.
Ad accompagnarlo in questo affascinante viaggio, sarà l’anziano clochard Granata (interpretato da Jerzy Stuhr, attore polacco noto per le collaborazioni con registi del calibro di Andrzej Wajda, Krysztof Zanussi e Krysztof Kieślowski). Proprio grazie a lui, Pier riuscirà a recuperare il difficile rapporto con la figlia Anna, un’adolescente piena di ambizioni che sogna di diventare una musicista (a vestirne i panni l’esordiente Chiara Merulla).
Il talento del protagonista Pier si rivelerà̀ necessario per poter tornare a vivere i propri affetti, ridisegnando un nuovo paesaggio attraverso il cibo, grazie all’aiuto del saggio Granata, nel ruolo di un anticonvenzionale Virgilio. Anche la lente del cinema, grazie all’impegno di Spinazzola, può divenire veicolo per informare e sensibilizzare su un fenomeno di enorme portata eppure da molti ignorato come lo spreco alimentare.
Il professor Andrea Segrè, massimo esperto del problema in Italia e direttore scientifico della Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, si è offerto di dedicarci Mangia come sai – Decalogo minimo dal forcone alla forchetta per non sprecare, mangiare bene, non essere consumati dal cibo per combattere o almeno limitare gli sprechi:
«1 Tutto, per noi fruitori, inizia da come facciamo la spesa, anche la prevenzione degli sprechi: fai una lista degli alimenti che ti servono realmente. Usa il portafoglio come se votassi, scegli consapevolmente.
2 Liberati dalle sirene del marketing: un prodotto regalato sullo scaffale, se non ti serve, finirà nella pattumiera di casa. Ricordati invece che un costo c’è: per chi lo ha prodotto e per chi deve poi smaltirlo. Quindi anche per te.
3 Una volta in negozio prenditi il tempo di leggere le etichette, e quando puoi, insisti che siano sempre più trasparenti: da dove viene e chi lo ha prodotto? Di cosa è fatto? Quando scade?
4 Prediligi gli alimenti locali e di stagione: in linea di massima, se i tempi di trasporto e la filiera logistica sono più brevi, i prodotti sono più freschi e quindi dureranno di più.
5 Frigorifero, freezer, dispensa: sono le tre «case» del cibo, e in quanto tali devono essere mantenute ordinate e pulite affinché svolgano a dovere la loro funzione. Ogni prodotto ha un suo posto e una sua giusta temperatura. La conservazione degli alimenti è il sale della vita.
6 Largo alla fantasia in cucina: le ricette per riutilizzare avanzi e scarti sono infinite, non occorre essere professionisti. L’obiettivo è far dimagrire il bidone della spazzatura.
7 Condividi il cibo in eccesso: quando ciò che hai preparato è troppo abbondante, basta suonare il campanello del vicino di casa o telefonare agli amici. È un gesto di condivisione che fa bene all’economia e alle relazioni.
8 Al ristorante, quando non riesci a finire quello che hai nel piatto, chiedi il “cartoccio familiare” (detto anche “doggy bag”): le pietanze, il giorno dopo, spesso sono anche più buone.
9 Insegna ai tuoi figli il valore del cibo, e pretendi che si faccia anche a scuola. Ricordati che il cibo buttato inquina due volte: quando viene prodotto e quando viene distrutto.
10 Pensa (e agisci) sostenibile e circolare: gli alimenti che trovi nel tuo piatto vengono dalla natura.
È un ciclo: rispettalo a 360 gradi. Durerà di più anche per i figli dei tuoi figli e i loro nipoti. Mangia come sai: la nostra educazione alimentare ci aiuterà a vivere in un mondo migliore».
Nella foto: una immagine del film di Umberto Spinazzola Non morirò di fame, con Michele Di Mauro e Jerzy Stuhr