Di cosa ci siamo occupati nel numero 2/23 di Left. Dal 3 febbraio in edizione cartacea e digitale

I musei? Luoghi per soli ricchi. Il patrimonio artistico? Mero strumento economico e non di conoscenza o cittadinanza. Secondo il governo Meloni la cultura serve a questo. Voi che ne pensate?

Ne parliamo nella storia di copertina del nuovo numero di Left in uscita il 3 febbraio. Il governo Meloni, nei suoi primi cento giorni, ha già sferrato un duro attacco alla cultura. Il patrimonio d’arte, nell’intenzione del , viene considerato una miniera da sfruttare per fare cassa, i padri della letteratura come Dante ridotti a macchiette di destra, replicando nostalgie del , e i lavoratori dei Beni culturali, nonostante competenze altamente qualificate, lasciati nel limbo del precariato.

Questo nuovo numero di Left mostra in copertina la Venere di Botticelli pixelata: la si può vedere in tutta la sua meravigliosa bellezza solo a caro prezzo. Parte da qui la nostra inchiesta, dalla decisione da parte del ministro della Cultura di alzare il costo dell’ingresso alle Gallerie degli Uffizi a 25 euro dall’1 marzo. « », . E le famiglie italiane che fanno fatica a giungere alla fine del mese? E il diritto alla conoscenza sancito dalla Costituzione?

Con il contributo di storici dell’arte, archeologi, docenti universitari smascheriamo l’inquietante e inaccettabile progetto politico della destra. , professore di Storia dell’arte all’università di Firenze, scrive: questo progetto riduce «il museo ad attrattore patrimoniale forte e pressoché unico. Come se tutto il lavoro del ministero della Cultura dovesse convergere, anche attraverso la promozione di mostre, su questo solo obiettivo». L’archeologa sottolinea «una perdurante incapacità di considerare, e “usare” di conseguenza, il nostro patrimonio e, in particolare, i nostri musei come un potente mezzo di educazione collettiva».

Chi invece, era ben consapevole del valore del patrimonio per la conoscenza di tutti i cittadini, fu quel gruppo di storici e storiche dell’arte e di funzionari che salvarono migliaia di capolavori dalle razzie nazifasciste, come ricostruisce la docente di Storia dell’arte nel suo articolo sulla mostra “Arte liberata” in corso a Roma. «Un fondamentale valore immateriale, un valore civico e culturale indispensabile per il futuro delle nuove generazioni», scrive la direttrice di Left Simona Maggiorelli nel suo editoriale in cui evidenzia anche la “dimenticanza” del ministro Sangiuliano il quale, nella sua presentazione della mostra, glissa sulle responsabilità dei regimi di Hitler e Mussolini nell’attacco all’arte italiana. E al ministro e alla sua esternazione sull’autore della Divina commedia definito “fondatore del pensiero di destra” rispondono due studiosi di delle università di Princeton e di Berkeley, , approfondendo il concetto di lingua e di identità italiana nel poeta trecentesco.

L’archeologa si concentra sulla caotica e sconcertante gestione dei beni culturali in Sicilia, che da vent’anni produce l’emarginazione del personale più specializzato in materia. Infine le voci e le storie dei lavoratori dei beni culturali, gran parte dei quali, con contratti a tempo determinato o partite Iva non riesce a guadagnare più di 10mila euro all’anno, secondo quanto risulta da un ampio sondaggio promosso dall’associazione ? che da anni porta avanti una battaglia coraggiosa per il riconoscimento dei diritti e dell’identità professionale di migliaia di “invisibili”.

Nelle altre pagine di questo ricchissimo numero Left Francesco Troccoli elabora un bilancio di — insieme al presidente della Fondazione Gimbe, . Il Covid, che è ancora un pericolo per le persone anziane e vulnerabili, dovrebbe averci insegnato che la spesa sanitaria non è un costo – dice Cartabellotta – ma un investimento con importanti ricadute sulla crescita economica.

Sempre nella sezione Società indaghiamo sul . L’inchiesta di Lorenzo Fargnoli ricostruisce l’impressionante serie di paletti burocratici e ideologici che rallentano o addirittura impediscono il buon esito di un’adozione. Ma anche chi riesce ad adottare si trova spesso a fare i conti con l’idea patriarcale e religiosa della famiglia che pervade l’attuale legge sulle adozioni. La psichiatra e psicoterapeuta Barbara Pelletti dialoga con la poetessa e scrittrice Maria Grazia Calandrone, “figlia di due madri”.
Donatella Coccoli si occupa invece delle immense difficoltà che si incontrano nell’ di migliaia di minori stranieri non accompagnati. In tema di giustizia interviene il procuratore Francesco Menditto che fa il punto sui punti critici della a proposito della violenza domestica.

In Cultura ci occupiamo infine di letteratura, arte e teatro: da con Enrico Terrinoni a con Paola Italia, mentre Antonino Saggio e Simona Maggiorelli affrontano la pittura di alla luce di nuove scoperte sulla sua geniale arte. Chiude il numero una bellissima intervista di Chiara Lucarelli ad .

Le rubriche di questo mese sono a cura di: Luigi de Magistris, Filippo La Porta, Manlio Lilli e Giusi De Santis. Illustrazioni di Fabio Magnasciutti, Chiara Melchionna, Marilena Nardi e Vittorio Giacopini.
Buona lettura!

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