«Noi di Podemos siamo molto fieri della nostra posizione sulla pace, di lavorare instancabilmente per costruirla. Perché siamo convinti che sia l’unica condizione per avere democrazia. Senza pace non c’è democrazia, non c’è vita sicura e felice perla popolazione. Per questa nostra posizione abbiamo ricevuto un forte attacco mediatico, ma dire la verità ha un costo molto alto», ha detto la segretaria di Podemos e ministra dei Diritti sociali Ione Belarra, intervenendo alla terza conferenza europea per la pace che il 17 febbraio scorso ha visto molte forze di sinistra riunite a Madrid. Nel discorso, molto diretto, che la ministra ha tenuto alla Fondazione Diario di Madrid – Laboratorio giornalistico Larra è apparsa chiarissima la critica alla linea di Sanchez. Si aprirà una faglia all’interno del governo spagnolo?
«A un anno dall’inizio della guerra, dall’invasione russa dell’Ucraina, voglio condannare questa guerra imperialista della Russia di Putin – ha precisato la ministra e segretaria di Podemos -. Niente, assolutamente niente giustifica la decisione criminale di aggredire un Paese vicino, causando migliaia di vittime e milioni di rifugiati. Il regime di Vladimir Putin è nemico del progresso, dell’uguaglianza, dell’umanità, dei diritti umani e della giustizia sociale». Parole che non lasciano alcuno spazio a chi accusa i pacifisti di essere equidistanti. «Tutta la mia solidarietà va alle famiglie delle vittime, di tutte le vittime civili, ma anche dei giovani militari ucraini e russi che hanno perduto la vita in nome della patria vestendo uniformi militari» ha aggiunto davanti a una platea gremita e a rappresentanti di formazioni e partiti di sinistra venuti dalla Francia, dalla Germania, dall’Italia, (fra loro esponenti di Sinistra italiana e Unione popolare).
L’affondo critico della sinistra è stato netto contro l’invio di armi: «Paesi europei e Stati Uniti continuano a inviare armi, ribaltando, nel caso della Germania, una posizione storica. Ci dicono che i soldati spagnoli non andranno in questa guerra, che i militari statunitensi non combatteranno in prima linea, questo significherebbe la Terza guerra mondiale, ma noi sappiamo che l’escalation bellica è una bestia insaziabile. Non voglio veder scendere in campo truppe spagnole per i piani voluti dai potenti di altri Paesi. Perché è lì che ci stanno trascinando con le loro irresponsabilità». E ancora, facendosi portavoce di una sensibilità popolare diffusa ha detto: «La gente vuole la pace, vuole una via diplomatica, vuole una negoziazione. Questa guerra sta avendo un costo altissimo per la gente, ma è anche la gallina dalle uova d’oro dell’industria bellica. I soldi che vengono spesi in questa guerra sono i soldi della nostra gente: devono essere destinati alla sanità, all’educazione, alla lotta contro la violenza machista, e non alle armi e alla guerra. Sappiamo che la lobby dell’industria delle armi è molto potente, dobbiamo fermare questa escalation bellica. Oggi chiedo ai nostri alleati di Governo di riconsiderare le posizioni prese, e dico che aver contribuito alla escalation bellica è stato un errore».
Il discorso della ministra Belarra è proseguito poi analizzando come questa guerra stia gravando sui costi dell’energia e della spesa alimentare delle persone, e di come i Paesi del sud del mondo ne stiano pagando maggiormente le conseguenze. Ha ricordato anche che in Spagna è stato creato uno scudo sociale per proteggere la popolazione da questa crisi innescata dal conflitto bellico, aggiungendo però che non basta: «Bisogna fare ancora di più per abbassare i prezzi degli alimenti di base». La guerra, ha aggiunto la segretaria di Podemos, genera altre crisi, come quella climatica e muove il peggio della società umana. «La logica della guerra è la stessa logica del capitalismo più brutale, con l’espansione e l’accumulazione di benefici per un’élite a cui non importa assolutamente nulla della vita della maggior parte della gente».
Temi questi che hanno trovato eco negli interventi dei rappresentanti delle forze politiche europee di sinistra, tutte sulle stesse note, con lo stesso animo di pace, di giustizia sociale ed ecologica, tutti uniti contro l’invio di armi, nella ricerca di una soluzione diplomatica e di negoziato attraverso anche osservatori internazionali. Era presente all’incontro anche Irene Montero, ministra dell’Uguaglianza, e la candidata di Podemos alla presidenza della Comunità di Madrid per le elezioni del prossimo maggio Alejandra Jacinto, avvocata e attivista per i diritti all’abitazione.
La guerra che verrà
non è la prima. Prima
ci sono state altre guerre.
Alla fine dell’ultima
c’erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente
faceva la fame. Fra i vincitori
faceva la fame la povera gente
egualmente. (Bertolt Brecht)
Nella foto: Ione Belarra, frame dal video del suo intervento al Forum europeo contro la guerra, 3 aprile 2022