Le riflessioni di uno studente fiorentino sul contesto storico e politico in cui è maturata l'azione squadrista davanti al liceo Michelangiolo

Caro professor Abate,
oggi in classe, parlando della recente aggressione di matrice fascista avvenuta al liceo Michelangiolo, lei mi ha esortato a dire cosa pensassi a riguardo, e ho risposto brevemente dicendo che non ero in grado di trovare parole adatte a descrivere ciò che è accaduto. Non vorrei che la mia risposta fosse suonata fredda e distaccata, al fondo po’ indifferente. Ci ho messo un po’ e spinto in una lunga riflessione ci tengo a dire cosa ne penso, per poter spiegare il mio punto di vista, e perché per come sono fatto non riuscirei ad accettare che mi si creda indifferente ad un fatto simile. Lei stesso prof. ha detto, l’indifferenza è tra i peggiori mali che possano affliggere l’uomo, poiché l’indifferenza è assenza di pensiero, e l’assenza di pensiero può solo rendere l’uomo schiavo del pensiero di qualcun altro…. Quindi se la mia risposta è stata vuota ed arida non è perché non ci ho pensato, ma è perché ci sto ancora pensando e faccio fatica ad esprimermi in una maniera che sia ai miei occhi completa e giusta. E veramente, io vorrei potermi schierare nettamente da un lato e farmi sentire alzando la voce come, giustamente, fanno altri, ma mi assalgono tantissimi dubbi e domande, e non riesco a non vedere le cose attraverso il filtro della messa in dubbio anche dell’evidenza. Se il caso in questione finisse, come dovrebbe, in un tribunale, un eventuale avvocato difensore degli autori di questa aggressione ci metterebbe poco ad ottenere delle attenuanti: noi possiamo basarci sul video che circola e sulle testimonianze, ma effettivamente cosa è successo negli attimi immediatamente precedenti al filmato?

Chi ci dice che, e magari non è questo il caso, i soggetti delle due fazioni opposte non si conoscessero già e che non ci fossero già stati attriti e scontri tra quei ragazzi? Molti, per addurre un’aggravante, hanno ipotizzato che gli aggressori, che erano li, a quanto pare, per fare del volantinaggio, fossero lì in realtà col premeditato scopo di provocare i ragazzi che poi sono stati aggrediti, e che quindi aspettassero solo il tentativo di questi ultimi di impedire loro di distribuire i volantini. Comunque, che alla base di questa aggressione ci siano i rispettivi schieramenti politici è evidente, ma io personalmente non ho gli elementi per poter giudicare le intenzioni, l’eventuale premeditazione e via discorrendo. Questo compito spetta ad altri. Io posso giudicare ciò che vedo in quel video, e vedo, in primo piano, vari ragazzi che prendono ferocemente a calci e pugni un ragazzo steso a terra, ed in secondo piano vedo una lunghissima schiera di individui che assistono paralizzati alla scena.

E per me è sufficiente questo per affermare che sono stati violati dei diritti e
dei valori fondamentali che chiunque, a destra o a sinistra che si trovi, non dovrebbe permettersi di violare. I due schieramenti erano palesemente quelli di sinistra e di estrema destra, le cui organizzazioni (mi riferisco ora all’estrema destra) sono particolarmente note per la loro violenza ed inspiegabilmente non ancora soppresse. Io da quando ho iniziato ad interessarmi ai fatti politici non ho mai avuto veramente fiducia in un partito in particolare, detesto l’ipocrisia di ognuna delle teste che sono state in questi ultimi anni alla guida del Paese, sia a sinistra che a destra. Come molti, avverto che, come ha puntualmente sottolineato oggi una mia compagna di classe, che stimo moltissimo, nessuno qui fa veramente l’interesse dello Stato e dei suoi cittadini. Nessuno lassù, nell’olimpo dei governanti, sottomette le sue posizioni ed opinioni alla coerenza, ma anzi, esse mutano non appena mutano i venti delle opinioni del popolo, che per tutta una lunga serie di ragioni e meccanismi, sono confuse o inesistenti. In relazione a ciò, è interessante notare una cosa: la cura dell’istruzione non è tra le priorità dei nostri governi, né di quelli di molte altre nazioni, ma anzi, è profondamente trascurata.

Non parlo solo di istruzione “scolastica”, che comunque, per ora, è obbligatoria e garantita (sebbene spesso in condizioni precarie!) ma parlo anche e soprattutto degli altri mezzi che
potrebbero essere sfruttati per innalzare il livello culturale delle persone, come i programmi televisivi, che però sono, in massima parte, distanti da ogni scopo educativo. Cito a tal proposito le parole che un magistrato che ammiro molto, dott. Nicola Gratteri, ha detto in merito a ciò: «Il potere non vuole un popolo istruito, vuole un popolo ignorante». Questo aspetto si pone alla base di tutto il modello sociale in cui viviamo, poiché un popolo ignorante non è in grado di sviluppare un pensiero critico, di dubitare, di porsi delle domande e di cercare delle risposte, ed è quindi facilmente governabile.

Un modello del genere è contrario a tutti i principi che stanno alla base di uno
Stato. Uno Stato deve essere giusto, e per essere giusto deve sempre tendere verso la condizione in cui i suoi cittadini sono liberi di pensare e di realizzarsi, coscienti di ciò che è giusto e di ciò che non è giusto, e protetti sempre da chi contravviene alle leggi che regolano i rapporti tra persone. Ora, è evidente che, come per secoli si è detto, lo Stato perfetto non apparterrà mai a questo mondo, ma certamente affinché uno Stato tenda ad un modello giusto, l’istruzione dei suoi cittadini è un elemento necessario, e se uno stato viaggia in senso contrario, allora, è come un anti-Stato. L’hegelismo insegna che lo stato viene prima dei suoi cittadini, e che la cultura ed i costumi dello stato in cui in individuo cresce hanno un fortissimo peso sulla sua indole.
Dunque, se viviamo in una società pervasa dalla violenza, ed in uno Stato in cui certe violente organizzazioni di stampo neofascista, che sono palesemente anticostituzionali, non sono state soppresse, non possiamo meravigliarci del fatto che in questo Stato si formino anche persone che non condividono i principi che si pongono come fondamento di una società civile e moderna. Con ciò, non voglio deresponsabilizzare gli autori dell’aggressione, ma anzi, voglio responsabilizzare, accanto ad essi, lo Stato.

E con “lo Stato”, intendo dire l’intero sistema al di là dello schieramento politico, poiché la negligenza nei confronti della cosa pubblica, che ha origini piuttosto antiche nella nostra repubblica, è stata sfruttata strategicamente in egual misura, negli ultimi anni, dalla destra e dalla sinistra. Tra i nostri governanti, pochissimi vivono per un valore e lottano per esso, e se ci sono, sono sempre in seconda linea rispetto a chi veramente ha in mano lo scettro.
C’è chi dice che tutto questo fa parte del gioco della politica. Sarà, ma allora è un gioco che mi disgusta.

Come posso sentirmi rappresentato da qualcuno in questo porto di mare che è lo Stato italiano? Le cause dell’aggressione quindi, oltre che nell’indole violenta dei suoi autori, che potevano scegliere se farlo o no, vanno ricercate anche in un meccanismo sociale che va ben oltre gli schieramenti politici, e che a monte non si è preoccupato di estirpare ogni residuo delle ideologie fasciste che hanno segnato l’Italia della prima metà del Novecento. Una situazione così disperata mi fa sorridere nel sentire certe persone sorprendersi della
mancata condanna di questa aggressione da parte del governo.

In questi giorni molti miei conoscenti mi hanno detto che questo evento è stato come una scossa che li ha svegliati da un bel sogno, e che ha fatto aprire loro gli occhi sui pericoli che viviamo tutti i giorni, ho visto lacrime di paura e di sconforto, e le comprendo, perché comprendo il bisogno di credere che si viva in una società moderna e sicura, dove tutti hanno ormai afferrato l’universalità di certi valori, ma non è così, e quando, come in questo caso, la realtà si infrange contro questo velo di seta, si rimane paralizzati, scossi e
tremebondi. La verità è che non siamo così moderni come crediamo, e a quelli che affermano il contrario, che hanno una grande fiducia nei confronti di questi tempi, domando: la frase di Gratteri, evidenzia forse una condizione sociale e politica diversa, all’osso, da quella del medioevo?

Insomma, tutto questo discorso vorrebbe semplicemente mostrare che, per me, l’aspetto prettamente politico, lo scontro tra destra e sinistra, è la punta dell’iceberg delle cause di eventi come questo, i quali sono inseriti in all’interno di un problema ben più ampio della lotta politica, quello della totale assenza da parte di chi ci guida della volontà di cambiare le cose. Eppure noi una Costituzione la abbiamo, e parla chiaro. In essa sono espressi i nostri valori, valori che, essendo contrari ad ogni forma di violenza sono, per forza di cose, antifascisti. Ciò a cui abbiamo assistito è la completa negazione di questi valori. Le idee si devono poter esprimere, ciò sta alla base della democrazia, ma quella a cui abbiamo assistito non è una manifestazione ideologica, è un grave violenza, è un reato. Le idee devono circolare per mezzo della parola, per mezzo degli argomenti, non per mezzo dei pugni e dei calci, perché questi ultimi due mezzi appartengono ad un mondo che non è quello degli umani.

Se non posso affidarmi agli attuali governanti, ripongo la mia fiducia nella Giustizia che, seppur anch’essa imperfetta, cerca di imporre a tutti il rispetto del nostro sistema giuridico, un sistema che, almeno nei suoi principi di base, è giusto, e nessuno, deve poter sfuggire alla sua supremazia. In ultima istanza, se da una parte non sento di poter sperare in una presa di posizione del governo circa questi eventi, sono sicuro che la giustizia farà sentire anche in questo caso la sua voce, poiché, attenuanti o meno, ciò che appare in quel filmato rimane un reato di efferata violenza, e come tale dev’essere condannato e punito. E riflettendo, mi rendo conto che non posso non riporre tante fiducia anche in voi insegnanti, che avete veramente il potere di far comprendere alle giovani menti che vi ascoltano che non possono rimanere indifferenti a questi eventi, che devono pensare, riflettere, e criticare. Solo così quei ragazzi nel loro futuro potranno essere liberi.

Caro professore, questo testo è più uno sfogo pieno di idee sparse e confuse che un’argomentazione strutturata, ma almeno adesso ho detto anch’io come la penso.
Un saluto,

Vittorio

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Foto di Giancarlo Leonelli, manifestazione di Firenze 21 febbraio 2023