La voce diffusa, quindi il pensiero sottostante, è che la presidente del Consiglio sia un'abilissima politica che è incappata in una squadra di governo sfortunata, in ministri che non sono all'altezza. Nessuno che si prende un minuto per riflettere sul fatto che Meloni è stata partorita dalla cultura delle persone di cui è circondata

C’è nelle ultime settimane una pratica politica, soprattutto giornalistica, che invade il dibattito pubblico e investe Giorgia Meloni. Niente di grave rispetto a quello che stiamo vedendo e quello che stanno scontando migranti, presidi, studenti e “avversari” politici, ma si tratta comunque di qualcosa molto interessante da osservare.

La voce diffusa, quindi il pensiero sottostante, è che Giorgia Meloni sia un’abilissima politica che è incappata in una squadra di governo sfortunata, in ministri che non sono all’altezza, in dichiarazioni dei suoi compagni di avventura che rischierebbero di “rovinare” il suo impegno. Insomma, Giorgia Meloni è una grande statista che non ci meritiamo noi che ci permettiamo di criticarla e che non si meritano nemmeno i suoi alleati politici.

Il banalissimo trucco di comunicazione non arriva inatteso. Là fuori c’è un’orda di “competenti” che non vedono l’ora di potersi attaccare alla sottana del potente di turno e che sono in conflitto con sé stessi. Questo Paese pieno di gente di destra che deve fingersi progressista per non arrecare un dispiacere ai propri parenti e quindi si colloca in un’area di centro (preferibilmente chiamata – con poco senso – “liberale”) per poter essere discoli senza sembrarlo.

Nessuno che si prenda un minuto per riflettere sul fatto che Giorgia Meloni è stata partorita dalla cultura delle persone di cui è circondata. Non solo: Giorgia Meloni è circondata da ministri e sottosegretari che sono i suoi abituali compagni di viaggio che l’hanno portata fin lì. Ancora: Giorgia Meloni è la portatrice di quella cultura politica che (giustamente) fa così schifo. L’ha interpretata così bene che ne è diventata la leader. Indossa i panni moderati perché spera – sbagliandosi – di poter allungare così la sua luna di miele. Ma l’allure istituzionale si sgonfia presto, soprattutto di fronte a crisi sociali, economiche e umanitarie che inevitabilmente accadono nella storia del mondo.

Qui subentra un ulteriore dubbio. Non è che “salvare” Giorgia Meloni in realtà serva più ai presunti salvatori che ai salvati? Non è che una schiera di politici, opinionisti e cittadini ha bisogno che Meloni non fallisca per non vedersi frantumare la retorica della competenza che ha leccato fin qui? Se ci pensate il finto salvatore che si sta occupando solo di salvare sé stesso – anche quello – è perfettamente in linea con la cultura meloniana.

Buon lunedì.

Nella foto: frame del video di Cinque minuti, 27 febbraio 2023

Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.