Fino al 25 marzo, nel Palazzo di vetro a New York, studenti di differente provenienza culturale si incontrano in un format inedito per pensare e praticare insieme l’educazione alla cittadinanza globale attraverso i linguaggi dell’arte

Avvicinare le nuove generazioni alla complessità della globalizzazione e di un mondo che sembra muoversi a prescindere da loro e dal loro futuro, a partire dalle grandi questioni dei cambiamenti climatici e della tutela della biodiversità, è un’operazione che se rimane sul puro piano teorico rischia di risultare sterile. Meglio fargliela toccare da vicino quella complessità e farli avvicinare al cuore stesso delle istituzioni dove i grandi del mondo si confrontano. Ed è quello che sta accadendo in questi giorni a New York, nella sede dell’Onu dove fino al 25 marzo cinquemila studenti provenienti da tutto il mondo vestono i panni di “diplomatici” all’interno del Palazzo di vetro in occasione del Gcmun Talks – Global Citizens Model United Nations, la simulazione internazionale delle sedute dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Rappresentare uno Stato, difenderne le istanze e le ragioni confrontandosi con quelle di un altro Stato, trovare un punto di incontro e provare a formulare una risoluzione: fare, cioè, un esercizio di pratica democratica è l’esperimento che ormai va avanti da molti anni e con grande successo tra gli studenti, organizzato da United Network Europa, la più grande organizzazione europea che promuove percorsi innovativi di alta formazione per i giovani. Quest’anno l’iniziativa si è ulteriormente arricchita con il side event The arts for global citizenship #AGCNewYork23, un format inedito per pensare e praticare insieme ai giovani l’educazione alla cittadinanza globale attraverso i diversi linguaggi dell’arte. Durante la sessione plenaria, infatti, sono ospiti lo chef pluristellato Niko Romito e uno degli artisti più amati degli ultimi tempi, il
cantante Achille Lauro che parlando del loro percorso professionale affrontano insieme agli studenti i temi a loro più cari: le aspirazioni e la paura di non farcela, la consapevolezza di ciò che si vorrebbe fare e come trovare “gli strumenti” prima di tutto dentro se stessi per riuscirci. Il 25 marzo, giornata conclusiva dei lavori, al Palazzo di vetro, parleranno – tra gli altri – dal podio delle Nazioni Unite il direttore del dipartimento di ricerca scientifica del Metropolitan Museum of Art di New York, l’italiano Marco Leona e l’ultimo vincitore dell’Italian Teacher Award Riccardo Bonomi. Altra iniziativa, questa ultima, che ogni anno coinvolge centinaia di docenti di tutta Italia che presentano i progetti educativi che portano avanti nelle loro scuole insieme agli studenti raccontando in questo modo il grande lavoro che dal Nord al Sud del Paese ogni giorno i docenti svolgono. In Italia a muovere il motore di questa grande macchina che ruota attorno ai lavori dell’Onu, portando le istituzioni nelle classi degli studenti e facendoli entrare dentro i temi dell’agenda delle Nazioni Unite è United Network, una Ngo ufficialmente associata al dipartimento di comunicazione globale delle Nazioni Unite.