Dal 2001 in ogni legislatura c'è sempre qualche affamato di propaganda che risulta fondamentale per affossare la legge. I diritti, si sa, possono aspettare. Prima i voti e poi diritti

La proposta di legge riguardante le detenute madri passa in commissione Giustizia della Camera con un emendamento della Lega che allontana la possibilità di benefici nel caso di recidiva e che restringe le alternative al carcere per donne incinte e con bambini piccolissimi. I parlamentari del Pd, che avevano presentato la proposta, ritirano di conseguenza le loro firme, facendo decadere il provvedimento.

Ora ci si è messo anche Matteo Salvini, sfruttando la polemica che si è accesa su Milano per le borseggiatrici rom. «La sinistra vuole lasciare libere le rom di tornare a rubare!», strepita sui giornali. Il boccone è perfetto per la propaganda: le prede sono straniere, si può scambiare i diritti per buonismo e tutto il resto.

Così appare evidente che il disegno di legge che nella scorsa legislatura aveva preparato Siani, e che è stato ripreso da Serracchiani, rimarrà ancora una volta nel cassetto. Susanna Marietti, coordinatrice dell’associazione Antigone lo dice senza usare mezzi termini: «Purtroppo non se ne farà nulla. E le modalità in cui ciò accade sono preoccupanti. Chi fa appello alla recidiva come criterio di esclusione da benefici penitenziari o è in malafede oppure non conosce la realtà delle nostre carceri. La composizione socio-giuridica in particolare delle donne detenute ci mostra come la recidiva non caratterizzi affatto crimini di peso o di allarme sociale, bensì uno stile di vita legato alla piccola o piccolissima criminalità da strada, legata all’esclusione sociale, alla povertà economica, alla tossicodipendenza».

Marietti ricorda che la scorsa estate una donna ha partorito da sola, con il solo aiuto della compagna di cella anch’essa in gravidanza al quinto mese, nel carcere romano di Rebibbia. L’anno precedente una donna incinta si è sentita male nel carcere milanese di San Vittore e ha perso il proprio bambino. «Matteo Salvini – scrive la portavoce di Antigone – si è rallegrato dell’emendamento votato in Commissione e ha parlato del “vergognoso sfruttamento della gravidanza da parte di borseggiatrici e delinquenti». Come se noi donne ci facessimo mettere incinte per poter liberamente rubare un portafogli. Peggio per lui che ha questa visione della realtà. Peggio per quei bambini che resteranno dietro le sbarre».

Dal 2001 in ogni legislatura c’è sempre qualche affamato di propaganda che risulta fondamentale per affossare la legge. I diritti, si sa, possono aspettare. Prima i voti e poi diritti. Aspettando che un giorno i diritti portino i voti che bastano per poterli difendere.

Buon venerdì.

Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.